MAL DI TESTA, EMICRANIE CEFALEE E LA GIUSTA ALIMENTAZIONE
a cura di Raffaella Aschieri (@dietistaMenutrix)
Il dato piu’ aggiornato parla di dieci milioni di italiani che soffrono di cefalea. Le cefalee rappresentano il disordine neurologico più diffuso. Le cefalee possono essere debilitanti’ quando non sono piu’ un fenomeno sporadico che passa con un antidolorifico, quindi possono provocare una decisa diminuzione della qualità della vita. Non è solo un problema del singolo individuo: a parte i costi delle cure e delle visite, che gravano sul Sistema sanitario nazionale, l’emicrania pesa molto anche sui familiari, fa perdere ore di lavoro, diventa insomma un carico per l’intera società. L’indagine che il medico neurologo deve compiere per arrivare a una diagnosi chiara è sempre molto complessa e lunga perchè di fatto non esiste, per il momento, alcun esame specifico capace di dire se la persona ha un tipo di mal di testa oppure un altro. Non esistono test come per altre patologie e leggere un risultato.
Quindi diventa essenziale il rapporto medico-paziente, possono occorre anche 300 domande diverse e diventa essenziale il racconto del paziente la sua esperienza personale, per operare una diagnosi corretta e proporre un eventuale percorso terapeutico personalizzato. Alcune cefalee possono essere attribuibili ad alcune patologie organiche o meno, sia triviali che molto serie: sono le cefalee definite secondarie, che possono essere trattate curando la malattia che ne è alla base, quando questo è possibile. Ma rappresentano solo il 10% dei mal di testa, e sono sempre riconoscibili dal Medico esperto di cefalee che esegua una anamnesi accurata ed un buon esame clinico.
La stragrande maggioranza dei casi di mal di testa è invece rappresentata da cefalee primarie, in cui la cefalea stessa è la malattia ed il Dolore ed i sintomi che lo accompagnano sono soltanto un’espressione della malattia. Arriva un momento in cui, dopo aver fatto i necessari esami per escludere la presenza di altre malattie, il mal di testa cronico deve essere trattato per quello che è: una patologia precisa a sé stante, che ha bisogno di un percorso specialistico adeguato. La notizia poco piacevole è che la cefalea primaria non guarisce. È un po’ come l’ipertensione arteriosa essenziale o il diabete mellito: si tratta, si tiene sotto controllo, si può curare, ma sappiamo (e lo deve sapere il paziente) che non si risolverà mai definitivamente. Tra i vari tipi di mal di testa ce n’è una forma particolare: l’emicrania che è tra le piu’ diffuse e invalidanti. Nell’emicrania il dolore è solo uno degli aspetti di quella che va considerata una vera sindrome.
È un quadro complesso, nel quale può anche accadere che altri fattori (ad esempio la nausea, spesso presente, o il fastidio causato dalla luce o dai rumori ) siano p Questa patologia ha una forte predisposizione familiare, ma esiste anche una grande variabilità da persona a persona, senza dimenticare che le donne ne soffrono tre volte di più rispetto agli uomini. Inoltre, un’altra caratteristica importante, esistono i cosiddetti ‘trigger’, fattori scatenanti di un attacco di emicrania. Nel 30% dei casi può trattarsi di alcuni cibi, oppure qualche variazione nelle abitudini quotidiane, come svegliarsi più presto o più tardi del solito. Un ruolo importante giocano poi le fluttuazioni ormonali che si verificano durante il ciclo mestruale. Ma di trigger ce ne sono tanti, diversi da persona a persona, e spesso il paziente non ne è consapevole. Ecco perché è opportuno un vero diario rilasciato dal medico da compilare, dove il paziente annoterà la comparsa di episodi di Emicrania e gli eventuali fattori che possano averli provocati. L’ alimentazione svolge un ruolo fondamentale per la cura delle Cefalee I ndicazioni nutrizionali utili elaborate da (@Menutrix programmi per alimentazione e Nutrizione) Il menu’ ideale prevede una corretta igiene alimentare e una regolare assunzione dei pasti con scelta di alimenti integrali, semplici e non manipolati. Evitare l’apporto di sostanze complesse o tossiche che possano peggiorare la sintomatologia. Particolare attenzione all’introduzione graduale degli alimenti “scatenanti”.
I menu giornalieri devono essere leggermente ipocalorici e ipoproteici, frazionati, con tendenza a dieta vegetariana, porta a incrementare i micronutrienti che favoriscono un buon funzionamento del SNC. Pasti regolari, porzioni sotto la norma, frutta negli spuntini, monopiatti serali. Ricette non elaborate, metodi di cottura blandi, cibi integrali, condimenti vegetali crudi. Alimenti decisamente sconsigliati da evitare Frattaglie, selvaggina, carni grasse, uova, pesci grassi, grassi animali, formaggi in genere, scatolame, pesci e carni conservate in salamoia, arance, avocado, melone, frutta di bosco e conservata, brodi di dado, conserve in genere, liquori, vino bianco, snack, merende, dolci con creme, spezie, salse. Frequenza pasti consigliata: 4










