Le distanze da rispettare? Porteranno, scontato dirlo, a molti meno coperti dentro ristoranti e pizzerie. Le regole imposte dall’Inail, salvo stravolgimenti, saranno proprio queste: quattro metri quadrati per ogni cliente e due di distanza tra ogni tavolo. Ci saranno presumibilmente controlli, e non sarà ovviamente possibile fare spallucce. Luciano Auriemma, pizzaiolo 38enne, titolare di una pizzeria a Selargius, si è già messo le mani in testa all’idea: “Ho una cinquantina di tavoli, passerò da duecento ad appena cinquanta posti. Sono aperto da solo un anno, qui, e ho due locali tra Quartu e Cagliari che non riesco ancora ad inaugurare per l’emergenza Coronavirus. Non voglio licenziare nessuno, ma sarò costretto a farlo”, afferma Auriemma. “Attualmente lavoriamo in tredici, ho anche cercato di rinnovare i ruoli: il cuoco fa anche le consegne, la cameriera fa anche la cassiera. Tutte scelte che, però, potrei presto rivedere”.
Il ristoratore è molto preoccupato: “Spero solo che lo Stato non mi chieda di dover misurare la temperatura ad ogni cliente che entra, dovrei assumere una persona solo per questa mansione e poi, in caso di asintomatici al Coronavirus, come farei ad accorgermene? Non voglio elemosine dal Governo, voglio solo lavorare. Sono tanti anni che faccio sacrifici, non voglio gettare proprio adesso tutto alle ortiche”.










