L’sos dei tassisti di Quartu: “Siamo in 8, possiamo battere Uber solo se ci uniamo a Cagliari”

Nel capoluogo sardo ci sono coop allo sbando e taxi ancora fantasma la notte. Nella terza città della Sardegna non si ride, il presidente Nicola Frongia: “Se le auto sono indisponibili a Cagliari possiamo intervenire noi, ma coalizziamoci. Creiamo un numero unico per tutta l’area metropolitana, non è vero che con Uber si risparmia”


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A Cagliari sono 105, a Quartu solo otto i taxi a disposizione dei cittadini. L’unica coop è quella guidata dal 32enne Nicola Frongia. Che ha letto del caos che si vive nel capoluogo sardo, tra cooperative allo sbando e corse notturne col contagocce o quasi: “Dobbiamo coalizzarci con Cagliari, non c’è altra soluzione. Abbiamo proposto di creare una rete di taxi di tutta l’area metropolitana e un numero unico”. Una richiesta, però, che è caduta nel vuoto, in passato: “Nessuno ci ha ascoltato”. E i tassisti quartesi, già pochi, pagano anche lo scotto dell’assenza di punti strategici: niente porto, stazione dei treni, aeroporto o fiera, a differenza di Cagliari. E anche riuscire a servire al meglio un cliente che deve raggiungere l’aeroporto di Elmas è un impresa: “Abbiamo chiesto ai consorzi di Cagliari di poter entrare in aeroporto perché attualmente dobbiamo comportarci come autovetture civili non legate al servizio pubblico. Arriviamo alla sbarra dell’aeroporto, prendiamo il biglietto del parcheggio e aspettiamo in sosta a pagamento i clienti che hanno chiamato il nostro centralino.
Il limite di parcheggio e di 10 minuti se sforiamo dobbiamo o entrare e riuscire dall’aeroporto o citofonare dalla colonnina gli addetti alla sbarra, sperando che in tempi ragionevoli aprano per farci uscire oppure, nella peggiore delle ipotesi, pagare il biglietto il tutto con i clienti a bordo che spesso chiedono il perché debbano sempre uscire dai parcheggi dell’aeroporto per poter prendere il taxi che hanno prenotato o chiamato per una corsa”. Insomma, se Cagliari piange, Quartu certo non ride.

“Speriamo che per l’estate il Comune di Quartu ci dia due licenze temporanee in più, in modo da avere dieci auto in azione da giugno sino alla fine del mese di settembre”. Ma c’è da pensare soprattutto all’avanzata dei colossi, Uber su tutti: “Non è vero che si risparmia, anche noi possiamo essere capaci di offrire gli stessi servizi ma dobbiamo unirci con i nostri colleghi di Cagliari”. Partendo anche da quel tanto agognato numero di telefono unico: “È logico che il servizio sarebbe molto più efficiente se ci fosse un numero unico di chiamata dei taxi dove arriverebbe sempre l’auto più vicina. Ora, invece, si chiama uno dei quattro numeri a disposizione più i taxi freelance dell’hinterland cagliaritano e viene mandata l’auto più vicina tra quelle associate a quel numero, ammesso che sia a disposizione, o che si trovi ad una distanza ragionevole. È un processo macchinoso. E, soprattutto, da ottobre ad aprile anche a Quartu siamo troppi, da maggio a settembre invece siamo pochi. Siamo in attesa di avvio di una collaborazione che sta andando avanti con i colleghi della cooperativa Rossoblù di Cagliari tramite l’app ItTaxi. In un’ottica di avvicinamento per piccoli passi anche in termini di fattibilità tecnica, limitatamente alle chiamate ItTaxi vorremmo che il cliente riceva il suo taxi nel più breve tempo possibile. Per questo, nell’eventualità il taxi del Comune di prelievo non fosse disponibile, la richiesta può essere rilanciata verso il Comune vicino. Per chiarezza: il cliente chiama tramite applicazione da Cagliari, i taxi di Cagliari risultano tutti impegnati e un taxi del Comune di Quartu si trova nella condizione di transitare nelle immediate vicinanze del cliente. Ecco, facciamo in modo che la chiamata possa arrivare al collega di Quartu e ovviamente viceversa. Aggiungo che i ritardi e i malfunzionamenti a Cagliari”, rimarca Frongia, “sono sicuramente dati anche dal fatto che la viabilità è peggiorata tantissimo. Una corsa che 2 o 3 anni fa si evadeva in 5 minuti, necessita attualmente di almeno 15, ritardando così il servizio in generale”.


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