Si chiama criminalità d’impresa, è un fenomeno in netta crescita a livello internazionale, favorito dalla progressiva internazionalizzazione del mercato ed è tra le tematiche aziendali che negli ultimi anni hanno attirato l’attenzione di studiosi, economisti, manager, investitori e legislatori: reati contro la Pubblica Amministrazione (partecipazione a truffe per il conseguimento di incentivi e finanziamenti pubblici, corruzione di pubblici funzionari per l’ottenimento di una commessa, di concessioni, autorizzazioni), reati societari (false comunicazioni sociali, indebita restituzione conferimenti), reati di ricettazione, riciclaggio e impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, delitti informatici (accesso abusivo a sistemi informatici o telematici), delitti contro l’industria e il commercio (turbata libertà dell’industria o del commercio, vendita di prodotti industriali con segni mendaci).
L’elenco dei rischi è lungo, per questo l’ordinamento giuridico nazionale, accogliendo le direttive Ue e Ocse contro la corruzione e sulla tutela finanziaria, ha disciplinato, con il decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231, la responsabilità amministrativa delle persone giuridiche e ha introdotto nel sistema legale italiano il principio secondo cui, per certi crimini, vengono puniti sia l’autore del reato che la società nel cui interesse o per il cui vantaggio è stato commesso.
È il principio della cosiddetta Corporate Governance, un insieme di regole e di strutture organizzative che stanno alla base di un corretto governo societario, che conducono la società a raggiungere i propri obiettivi e a realizzare la propria mission, e che non possono prescindere dal rispetto degli innumerevoli obblighi normativi e regolamentari, e da un sistema di controllo interno strutturato, adeguato ed idoneo a prevenire comportamenti scorretti.
Il decreto prevede che ogni ente o società, a prescindere dalle dimensioni aziendali, si doti di un proprio Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo, idoneo ed efficace a prevenire specifiche condotte illecite all’interno della realtà aziendale, e quindi in grado di garantire l’esonero dalla responsabilità dell’ente in caso di commissione di reati nell’interesse o per il vantaggio dell’impresa medesima.
Per illustrare e far conoscere agli imprenditori l’importanza di questi strumenti, Confapi Sardegna, proseguendo la sua attività di assistenza e supporto alle sue associate, ha organizzato insieme con Confapi Aniem e in collaborazione con Rina, gruppo internazionale che offre servizi alle imprese il seminario “Conoscere per prevenire: Sicurezza, Ambiente e Corruzione nei Modelli 231/2001”, che si terrà il prossimo martedì, 14 febbraio 2017 dalle 15.30 all’hotel Regina Margherita, di Cagliari.
Durante la giornata di approfondimento, dopo le introduzioni dei presidenti di Confapi Sardegna, Mirko Murgia, e Confapi Aniem Sardegna, Giorgio Delpiano, interverranno gli esperti che illustreranno i vantaggi dell’applicazione dei modelli per la prevenzione della criminalità d’impresa.











