Lo strazio del figlio di Ignazio Melis: “Eri stressato, non dovevi strafare ma lavoravi lo stesso”

Matteo è il primogenito dell’operatore del mercato ortofrutticolo di Sestu volato giù dal cavalcavia della 131. Aveva deciso di seguire le sue orme: “Ti ho dato preoccupazioni, soprattutto per il negozio, dicendoti di stare tranquillo. Te ne sei andato mentre stavi raggiungendo quel lavoro con cui ci hai cresciuto e che non hai mai voluto perdere”


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“Ciao pa’. L’ultimo periodo eri tanto stressato, le ernie da due sono diventate tre, la pressione andava benino, ma il medico ti aveva detto di non strafare, di sollevare meno, ma come me anche tu eri testardo, e per non perdere il lavoro andavi comunque e facevi di testa tua”. Inizia così il messaggio straziante di Matteo Melis di Sestu, 22 anni, primogenito di Ignazio, il 52enne operatore del mercato ortofrutticolo morto dopo essere volato oltre il cavalcavia della Ss 131 quasi sicuramente per un colpo di sonno improvviso. Quel sonno che aveva imparato ormai a dosare, Melis, visto che doveva essere al lavoro ben prima dell’alba. Oggi la tragedia, con una famiglia che ha perso il proprio caro e che dovrà affrontare il futuro con qualche difficoltà in più. Matteo aveva deciso di seguire le orme paterne, aprendo una rivendita di frutta e verdura a Sestu: “Anche io ti ho dato tante preoccupazioni, soprattutto per il negozio,  ti dicevo di stare tranquillo, che potevo farcela. Il mio obbiettivo è sempre stato quello di rendere sia te che mamma orgogliosi di me. Spero tu possa perdonarmi, avrei dovuto capire, darti meno pensieri, avrei dovuto insistere quando ti dicevo di lasciare quel lavoro”. prosegue il figlio.
Un messaggio chiarissimo, che fa capire quanto possa essere importante e fondamentale, al giorno d’oggi, avere uno stipendio in più e non uno in meno in una famiglia. “Ora riposa in pace, ti prometto che ci penserò io a Mamma e a Nico. Non farò mancare nulla a nessuno dei due, come hai sempre fatto tu per noi. Rimarrai sempre il mio modello di ispirazione, anche se tante volte non ci capivamo, ti ammiravo tanto. Ti voglio bene, papà”.




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