Mamadou “Murid” Sene resta rinchiuso nel carcere di Uta. Il pluripregiudicato senegalese 42enne non andrà al Cpr ma rimarrà dietro le sbarre. A deciderlo, accogliendo la richiesta del pm Marco Cocco e successivamente all’udienza di convalida svolta alla presenza dell’avvocato Fabio Cannas, è il gip Luca Melis. L’autore dell’incendio nello stabile della Regione, occupato da decine di immigrati, in via Riva di Ponente a Cagliari, è accusato di incendio doloso e risulta indagato per tentato delitto e violenza privata, con l’aggravante della recidiva. Dalle pagine dell’ordinanza di convalida in carcere emerge una scenario tutt’altro che tranquillo. Due giorni prima dell’incendio, il 42enne ha picchiato un altro abitante della struttura, originario della Sierra Leone, con calci e pugni, causandogli un trauma cranico e una cervicalgia post traumatica. La vittima era stata dai carabinieri e, successivamente, al Brotzu. Il giorno dopo, Mamadou era ritornato alla carica: “Non ti ho ammazzato ieri, ti ammazzo oggi”, stringendolo all’altezza del busto e togliendogli il respiro.
Un grave episodio di violenza, non l’unico compiuto dal senegalese. Un gruppo di stranieri ha raccontato alle forze dell’ordine il clima che si viveva in via Riva di Ponente, con Mamadou che tentava in ogni modo di essere il “capo”. “Vuole comandare imponendosi con la forza”, ha raccontato uno straniero agli investigatori, ricostruendo le ore precedenti all’incendio. Come già emerso sin dalle ore immediatamente successive all’incendio, il 42enne la sera prima avrebbe portato via un tubo e chiuso le tubature esterne dell’acqua, minacciando le decine di immigrati: “Stasera vi brucio la casa”. All’origine del gesto, quindi, i forti dissapori col cittadino della Sierra Leone e quelli, meno marcati ma presenti stando alle loro stesse testimonianze, con gli altri disperati che avevano trovato un alloggio di fortuna nello stabile regionale. Quando è stato trovato dalle forze dell’ordine, su indicazione degli altri abitanti, Mamadou aveva alcune ferite perché era stato malmenato. Dopo le prime cure, il trasferimento nella caserma dei carabinieri. I giudici hanno anche rilevato la possibilità concreta che Mamadou “Murid” Sene, irregolare e senza fissa dimora, potesse fuggire e renderai irreperibile. Da qui la convalida in carcere, in attesa del processo. Rischia una pena superiore ai tre anni.












