Coltelli e pezzi di bottiglia come fossero oggetti normali da portare con sè il sabato sera. È finita in tragedia la lite che ieri sera ha coinvolto un gruppo di ragazzi stranieri in pieno centro a Rovigo.
Un ragazzo tunisino di 23 anni, Amine Gara, è stato ucciso a coltellate nei giardinetti dietro le due Torri di Corso del Popolo. Un altro, invece, un 30enne, è ricoverato in gravi condizioni in ospedale. Stando ad una prima ricostruzione, la rissa sarebbe avvenuta fra un gruppo di tunisini e uno di pakistani, per poi degenerare velocemente.
Sulla vicenda è intervenuta con parole durissime la sindaca di Rovigo Valeria Cittadin. “Rovigo non è più disposta a tacere. La misura è colma”, scrive Cittadin. “Da settimane assistiamo a episodi che offendono profondamente la nostra città, la sua storia, la sua dignità. Rovigo è ferita, sconvolta, umiliata. E ora dice basta. Non resterò in silenzio. Non resterò immobile. Come Sindaco, è mio dovere – e mia responsabilità – fermare questa deriva. Non possiamo permettere che la nostra città venga trascinata nel degrado, nell’illegalità, nella paura. Questo non è il nostro volto. Questa non è Rovigo. Lavorerò a stretto coordinamento con Prefetto, Questore e Forze dell’Ordine. Dobbiamo riprenderci le strade, le piazze, la serenità. Dobbiamo far tornare a regnare l’ordine, quello vero, quello che garantisce a ogni cittadino il diritto di vivere senza terrore, senza violenza, senza insicurezza. Non accetteremo più presenze ingombranti, arroganti, fuori controllo. A Rovigo c’è posto solo per chi rispetta le regole. Non c’è più tempo per giustificazioni sociologiche o per riflessioni da salotto. Ora è il tempo dell’azione. Questi gruppi vanno perquisiti, controllati, allontanati. Ogni giorno, più volte al giorno. Rovigo deve essere liberata dalla paura. Smettiamola con la narrazione tossica dei ‘buoni contro i cattivi’. Accogliere non significa subire. Non ci può essere accoglienza per chi trasforma le nostre piazze in bivacchi, le nostre notti in incubi, le nostre città in giungle senza regole. Chi esce armato, chi cerca lo scontro, chi porta la guerra nelle nostre strade non vuole integrarsi.”
E prosegue: “Mi spiace per la morte di un ragazzo, ma chi esce in strada con l’intenzione di fare guerriglia deve sapere che sta scegliendo un campo di battaglia, non una passeggiata. La violenza porta altra violenza. E Rovigo non deve pagare il prezzo della follia di pochi. Chi ha creduto al mito dell’accoglienza senza limiti oggi deve prendersi le sue responsabilità. Lo dico chiaramente: quello che sta accadendo è il frutto di anni di buonismo cieco, di ideologie senza contatto con la realtà. Abbiamo riempito le nostre città di giovani senza lavoro, senza regole, senza prospettive. E ora ci troviamo a fare i conti con spaccio, criminalità, controllo del territorio. Dico alle sinistre di cantare ‘Bella Ciao’ anche adesso. Cantatela adesso che avete spalancato le porte a un nuovo “invasore”, frutto delle vostre politiche buoniste, della vostra accoglienza cieca. Pensavate davvero che potesse andare diversamente? Riempire il Paese di giovani senza prospettive ha prodotto solo violenza, illegalità, insicurezza. E ora ne paghiamo tutti il prezzo. Servono più agenti, più mezzi, più leggi. E servono subito. Anche la Procura è in difficoltà: mancano organici, mancano risorse, manca la possibilità concreta di rispondere con forza e tempestività. Questo non è più accettabile.”
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