Al suo avvio è già stato rinviato il processo al tunisino che avrebbe costretto le tre giovani figlie a stare chiuse in casa, rispettando le regole del suo paese e della religione islamica.
Nonostante la famiglia vivesse ormai da anni in Italia, l’uomo non aveva mai messo da parte le sue radici, né la mentalità della sua terra. Le figlie, tutt’e tre poco più che ventenni, sentivano infatti l’esigenza di fare tutto ciò che fanno le loro coetanee, imitandone anche l’abbigliamento.
Kai Kedly, 53 anni residente a Pula, è comparso davanti al giudice del Tribunale di Cagliari per rispondere dell’accusa di maltrattamenti e lesioni nei confronti delle ragazze. A difenderlo l’avvocato Carlo Amat.
I fatti dei quali il tunisino è accusato risalgono all’arco di tempo compreso tra il 2009 e il 2011. In una occasione, secondo la Procura di Cagliari, l’uomo avrebbe anche sferrato diversi pugni alle tre figlie perché avevano partecipato ad una festa di Capodanno con i rispettivi fidanzati.
Alle tre ragazze il padre avrebbe anche impedito di vestirsi e di comportarsi da occidentali. Aperta la fase preliminare, il dibattimento inizierà il 29 gennaio prossimo.