Chiamale pure se vuoi emozioni. C’è un luogo a Cagliari ricco di storie. Storie allegre e storie tristi che si sono succedute in questi cent’anni. Questo luogo è il Poetto e sentiamo il dovere di celebrarlo ricordandolo com’era. È pervenuta tanta documentazione. Al di là dalle attese, anche più ottimistiche, essendo ricordi personali, immagini di famiglia per ognuno di noi preziose e custodite gelosamente. Un secolo di cui si potrebbe raccontare all’infinito. Storie di mare, storie di sabbia, storie di casotti, di chioschetti e di baretti. Di Marine grandi e di Marine Piccole. A noi interessava raccontare vita di questa città del mare. Entusiasmandoci sin dal principio per l’attaccamento che tutti nutrono per questi maltrattati dieci chilometri di costa. Quanti aneddoti abbiamo sentito. Amori, litigi, passioni, amicizie, libertà e serenità. Il Poetto da sempre tanto seppur non si rispetti. Basta passeggiarvi per dieci minuti e tutta la fatica si allontana, i pensieri negativi diventano più leggeri, lentamente scompaiono. Ancora in questi mesi abbiamo voluto vedere la NOSTRA SPIAGGIA dal punto di vista degli studenti, delle persone, delle famiglie che vi trascorrono del tempo. Di chi aspettava con ansia che terminasse l’anno scolastico, come dimenticare, al netto delle “vele”, quindici giugno primi giorni di ottobre quattro mesi di mare.
L’asciugamano era un optional, quando mai si stava sdraiati sulla sabbia ad abbronzarsi. Non era tempo di abbronzanti, magari nei Chioschetti (baretti) era usata la Birra quale elevatore di abbronzatura. Magari si ci bruciava le spalle passeggiando per la battigia, cercando occhi amiccanti e piacevoli. Sentimenti nascevano da uno sguardo, si assaporava il senso di libertà dall’orario, dal controllo dei genitori. I giochi a volte pericolosi organizzati con nulla. Delle carte da gioco, ottimamente custodite, attendevano pazienti ogni giorno. Dopo aver mangiato un leggero pasto composto di: pasta al forno, patate, carne, pesce formaggio, frutta dolce e vino assolutamente non proibito. Una gara a chi portava di più per poi dividerlo ed offrirlo a chi stava accanto a te fosse conoscente o meno. Complicato arrivarci, i Tram strapieni di gente e carichi degli oggetti e delle tre borse frigo d’ordinanza contenenti cibi per 15.000 calorie a testa. Certo era necessario pensare a semplici iniziative per celebrare un secolo di fatti e misfatti. La fortuna di nascere a ridosso ha contrassegnato la vita di ognuno di noi. Al Poetto punto. Senza i ridicoli confini daziari. Che dirvi è stato un grande regalo l’ entusiasmo, l’accogliere con sentimento le parole di complimento nel mostrare una piccola parte di quanto pervenuto. I commenti positivi regalano un sorriso interiore regalando una gratificazione enorme. Semplicemente straordinaria. Non trovo altro esempio più opportuno, lo sa chi partecipa a competizioni sportive: raggiunto il risultato prefissato, la stanchezza passa in un nano secondo. Così è successo allestendo e presentando le immagini ed i documenti giunti in mille modi. La stanchezza ti passa immediatamente, un sorso d’acqua, una passeggiata per la riva e ti rendi conto che l’acqua ha sapore di miele.
Gianfranco Carboni