Per entrambi è stata un’esperienza straordinaria ed entrambi tornano a casa con unpiccolo rimpianto. Laura Cristofalo, cagliaritana, e Giancarlo Raccis, di Pula, fortunativincitori dei viaggi a New York messi in palio dalla Chia Laguna Half Marathon 2015,raccontano la loro avventura newyorkese: la corsa della leggendaria maratona per Laura, e la scoperta della città del running nella settimana della gara per Giancarlo.
“E’ stata molto emozionante, ma anche molto più dura di quanto mi aspettassi”, racconta Laura, che nel 2012 fu tra i 50mila che dovettero tornare a casa senza aver corso la maratona, annullata a causa dell’uragano Sandy. Arrivo a New York giovedì
sera, allenamento di rito al Central Park venerdì mattina, e via all’Expo per ritirare il pettorale. Pomeriggio di relax sull’osservatorio della Freedom Tower. Sabato mattina ancora dedicato alla corsa, per applaudire due amici che corrono la ‘Dash to the Linish Line 5k’. Poi, sabato sera, la cena che Laura e suo marito Alberto porteranno sempre nei loro ricordi. Un ristorante di cucina mediterranea come tanti sull’Upper West Side, in uno di quei tavolini piccoli e stretti come tanti a Manhattan, dove quasi ti sfiori con gli altri commensali. Ma stavolta il vicino di tavolo è uno davvero molto speciale. Come tutti i newyorkesi è piacevolmente amichevole e quando capisce che Laura e Alberto correranno la maratona l’indomani, la conversazione si accende. Dal suo cellulare spunta una foto in bianco e nero dei ‘glory days’ da maratoneta. E’ lui, molti anni
addietro, che taglia il nastro d’arrivo. Laura e Alberto non sanno chi sia, sarà il ristoratore a svelare loro che quel signore magro e cordiale è Gary Muhrcke, vincitore della prima edizione della NYC Marathon nel 1970 e pioniere nel commercio delle scarpe da corsa, una leggenda a New York.
Ed è con il suo ‘good luck’ che Laura e Alberto si preparano al via della maratona più famosa del mondo. Sveglia alle 4,30, arrivo a Staten Island alle 7, i due cagliaritani sono entrambi in prima onda e c’è poco tempo per i preparativi, si parte alle 9,40. “La partenza sul ponte di Verrazzano è davvero favolosa, tutta la gara lo è, ma sarà che avevo ancora sulle gambe la maratona di Berlino, l’ho trovata impegnativa oltre le mie aspettative”, dice Laura, che al 25° km si è dovuta fermare per un auto massaggio a causa dei crampi. Il suo ricordo più bello è quanto meno inusuale: non la folla sulla First Avenue, come sostengono in tanti, ma “il tifo di uno schieramento del NYPD e la musica del Bronx”. Il traguardo è suo in 3:58. Ad attenderla c’è Alberto, che ha chiuso in 3:01.
“Meno male che è finita” le prime parole di entrambi, felici ma provati. A casa si portano un’altra medaglia (la terza quest’anno dopo Parigi e Berlino, per Alberto c’è anche quella dell’Ironman Kalmar) e un solo rimpianto: non aver scattato una foto con Mr Muhrcke. E infine Laura confessa: “Adoro New York, ma la mia maratona preferita resta Parigi”.
Il rimpianto di Giancarlo è invece quello di non aver corso la maratona. La sorte lo ha voluto vincitore del viaggio da turista, ma visitare la città nella settimana della 42 km è stato motivo di grande ispirazione. “Sono andato all’Expo, ho vissuto la partenza del gruppo del mio hotel e visto l’arrivo dei vincitori al Central Park, inutile dire che mi sono pentito di non essermi iscritto”, svela Giancarlo. Con suo figlio Alberto ha girato la città in lungo e in largo, dalle mete più iconiche, come la Statua della Libertà, il ponte di Brooklyn e l’Empire State Building, fino ai musei e allo zoo del Bronx. “Le cose che mi hanno
impressionato maggiormente sono state il Memorial Museum di Ground Zero e la visita alla Freedom Tower”, afferma. “Se dovessi tornare – conclude – sarà per correre la maratona”.













