Lungo la costa della Sardegna tra Alghero e Bosa, Carlo Coni continua il suo viaggio meraviglioso in Kayak all’insegna del suo progetto ”Tutti nella stessa barca”, frammezzato da soste programmate, alla sera per attendarsi, e soste obbligate per via della maestralata che in quel mare nord occidentale produce onde fino a 4 metri. Ma durante le soste Carlo prosegue la sua ricerca/raccolta indefessa di frammenti di plastica dalle sabbie costiere. Intanto noi del team scientifico-tecnologico che affianca Carlo, acquisiamo dati cardiometabolici, microclimatici e di geolocalizzazione, operando con modalità in remoto (telemedicina) raccogliendo i dati che arrivano dai sensori indossati da Carlo e da quelli disposti nel kayak. Infatti, nel laboratorio di Sport & Medicina di Sardegna Ricerche, che ha sede nel Parco Scientifico e Tecnologico di Gutturu Mannu in agro di Pula (Sardegna Ricerca ha concesso il patrocinio e l’uso del suo logo a Carlo Coni), Filippo Tocco con i suoi specializzandi di Medicina dello Sport (della cui Scuola è il Direttore) sta elaborando i dati del test da sforzo al kayak ergometro attuato da Carlo (vedi la figura allegata) il giorno prima della sua partenza da Marina Piccola e tendente a valutare la sua massima capacità fisica e la definizione delle sue soglie aerobica e anaerobica, e adesso attendono di ripetere il test dopo il suo rientro dal periplo dell’isola per stabilire i possibili adattamenti derivati da questa specifica performance. Intanto le imprese AC Technologies Srls (di Alberto Concu, già Ordinario di Scienze dell’esercizio fisico e dello sport all’Università di Cagliari) e Nomadyca Srl (di Andrea Fois ingegnere informatico con brevetti nella telefonia mobile) acquisiscono tutte le sere e in tempo reale, quando Carlo si è attendato per la notte, i segnali relativi alla quantità di sangue che il cuore manda nelle arterie a ogni battito da cui, oltre a monitorare i possibili adattamenti cardiovascolari che giorno per giorno si attuano in lui per via dell’attività fisica prolungata in kayak, si può anche calcolare quale è la sua disponibilità di ossigeno per pagaire nei giorni successivi.
Parallelamente, a Torino presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale del Politecnico (che concederà a Carlo Coni anche l’autorizzazione a fregiarsi del suo prestigioso logo), Andrea Manuello (già a lungo docente di Meccanica Applicata nel nostro ateneo) procede all’acquisizione, in remoto e h24, dei dati provenienti dai segnali di geolocalizzazione del kayak in navigazione e dalla centralina microclimatica posizionata nell’imbarcazione, con l’obiettivo di formulare modelli computazionali fluidodinamici del sistema complesso “Kayak–Kayakista”. Noi tutti componenti di questo team scientifico-tecnologico variegato, in perfetto accordo con Carlo Coni che ha subito accettato con entusiasmo la nostra iniziativa scientifica, siamo ragionevolmente convinti che da questa messe di dati arriveranno informazioni innovative sia per ciò che concerne il modello funzionale del kayakista in mare sia per ciò che riguarda la ricaduta di tipo industriale per la produzione di sistemi di sensori indossabili adatti a rilevare parametri vitali per chi si accinge a tali attività sportivo-maritime. Chissà, magari da questi primi risultati potrebbero nascere anche iniziative imprenditoriali di turismo consapevole i cui utenti, oltre a godere dell’immenso piacere di vivere immersi in una natura unica, potranno anche usufruire di raffinati servizi di kaiaking training, derivanti dall’acquisizione in remoto di dati funzionali dell’utente che pagaia, tramite wearable devices costituiti da sensori indossabili e progettati e costruiti nella nostra regione. Alberto Concu, decano (anagrafico) del team scientifico-tecnologico che segue l’impresa di Carlo Coni.
Nella foto è rappresentato Carlo Coni che, nel laboratorio di Medina&Sport del Parco Scientifico e Tecnologico di Gutturu Mannu a Pula, è impegnato nel test da sforzo al Kayak-ergometro simulando la pagaiata con l’asta che impugna e che alle due estremità è connessa, con due cavi, al corpo macchina che contiene una resistenza alla trazione il cui valore veniva incrementato ogni 3 minuti finché Carlo non riusciva più a mantenere un ritmo di pagaiata di 55-60 al minuto. Si può anche osservare che Carlo ha sul volto una maschera strumentata connessa a un metabolimetro (non visibile perché alle sue spalle) che misurava il suo consumo di ossigeno e la produzione di anidride carbonica a ogni respiro. In piedi a destra, il professor Filippo Tocco.