La sfida di Alessia, parrucchiera a Pirri: “Salone aperto, preferisco essere multata facendo valere i miei diritti”

Sono sempre di più i commercianti ribelli che hanno deciso di alzare le serrande nonostante la zona rossa. Alessia Desogus ha 41 anni: “Non voglio indebitarmi, i ristori sono stati insufficienti. Ho già delle clienti che mi hanno promesso che verranno nel salone. Non voglio sopravvivere andando a tagliare i capelli nelle case”.


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No, non è stato solo l’effetto di un giorno. La protesta di tanti parrucchieri ed estetisti sardi va avanti. Nonostante la zona rossa e il divieto di aprire, c’è ancora chi sta tenendo sollevata la sua serranda. Alessia Desogus, 41 anni, ha un salone a Pirri: “Da cinque anni. Ho deciso di aprire perchè non posso continuare a tenere la mia attività commerciale chiusa, ho tante spese. Devo vivere”, dice, decisa, la Desogus. “Ho una collaboratrice, i ristori sono arrivati solo per il primo lockdown e, comunque, sono stati assolutamente insufficienti per sostenere le tante uscite. Sono riuscita a non indebitarmi”, e in tempi di crisi nera è già un miracolo. Ma il timore è di doverlo presto fare: “Se restassi ancora chiusa, sarebbe il minimo, non lo voglio. E non voglio nemmeno sopravvivere andando a lavorare nelle case, molti miei colleghi lo fanno”. Sinora, non ha ancora effettuato nessun taglio o piega: “Ma ho già delle clienti che mi hanno detto di essere disposte a venire, visto che sono aperta. Insomma, sono pronte ad accomodarsi nel mio salone”, prosegue la parrucchiera.
E la paura delle multe? “Lo so che rischio, ma preferisco prendermela facendo valere i miei diritti”.


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