Bastano 31 voti per mandare la Sardegna alla guerra con lo Stato. Va tutto come previsto nell’aula del consiglio regionale dove della manovra finanziaria non c’è minima traccia e della Todde nemmeno: la maggioranza ha approvato la mozione che impegna la giunta a presentare il ricorso in corte costituzionale sollevando il conflitto di attribuzioni per blindare la presidente 5 stelle e la legislatura già pesantemente compromessa. Il centrodestra, come annunciato, va fuori dall’aula, ritenendo la mozione irricevibile ma ben consapevole che, se si salva la Todde, si salvano pure loro. L’unico voto contrario è stato quello di Gianni Chessa di Forza Italia, chiamato dal presidente del consiglio a rimanere in aula per il ruolo di segretario nella votazione.
Insomma, mentre i dati sulla sanità sono agghiaccianti e ci si avvicina al terzo mese di esercizio provvisorio, il che significa spesa contingentata e paralizzata, il consiglio regionale dopo un anno passato solo sulla questione rinnovabili, negli ultimi due mesi ha lavorato alla mozione approvata oggi. Il succo del ragionamento è semplice: la Todde è prima presidente poi di conseguenza consigliere regionale e dunque non può essere sottoposta ai provvedimenti di decadenza come appunto un qualunque consigliere.
Il testo approvato prevede che la Giunta deliberi “tempestivamente” il ricorso, da presentare entro il 4 marzo 2025, e che venga intrapreso ogni altro rimedio giurisdizionale per ripristinare la legalità violata.
Il centrodestra intanto non perde tempo e pensa già a elezioni anticipate, bocciando la mozione come un inaccettabile pasticcio: “Siamo pronti ad andare al voto”, assicurano.