L’Isola resta “arancione”. Lo ha stabilito il presidente del Tar Dante D’Alessio nel nome della ”tutela del diritto alla salute”. Anche se i dati sono in miglioramento, servono due report settimanali consecutivi per migliorare la classificazione. La Lombardia? In quel caso i dati erano sbagliati. Per baristi e ristoratori sardi è una doccia fredda. Anche se il presidente del Tar si è detto ottimista circa il fatto che da venerdì la Sardegna potrà tornare “gialla”.
La Regione Sardegna è stata assegnata in zona arancione, con ordinanza del Ministro della Salute in il 22 gennaio scorso, in base alle risultanze delle valutazioni fatte, dalla Cabina di Regia dedicata al monitoraggio del rischio sanitario e dal Comitato Tecnico Scientifico.
Secondo il presidente del Tar “non può condividersi la tesi sostenuta dalla Regione secondo cui la classificazione in zona arancione della Sardegna è stata determinata da una valutazione discrezionale ed immotivata” in quanto la valutazione “è frutto dell’applicazione di numerosi criteri per lo più automatici o che comunque sono espressione di discrezionalità tecnica elaborati con un algoritmo”. In particolare per la Sardegna erano risultati peggiorati quattro indicatori importanti: la percentuale di occupazione dei posti letto nelle terapie intensive, l’incidenza dei casi attivi ogni 100.000 abitanti, l’andamento dei focolai e la completezza e la velocità di trasmissione dei dati.
La percentuale di occupazione dei posti letto in terapia intensiva era salita al 31%, un punto percentuale sopra la soglia di allerta del 30%, e il dato solo successivamente è stato migliorato con la discesa sotto la soglia del 30%.
Nella successiva riunione del 29 gennaio la Cabina di Regia ha confermato il “miglioramento della situazione con attuale classificazione a rischio basso” ma la normativa prevede una possibile riclassificazione migliorativa solo quando i parametri risultino positivi in due report consecutivi (e quindi dopo due settimane), “con la conseguenza che la Sardegna potrà beneficiare dell’accertato miglioramento dei suoi dati (se confermati nel report successivo), con il passaggio alla inferiore zona gialla, già nella prossima determinazione del Ministero”.
Gli stessi criteri applicati anche altre regioni, prosegue il giudice, eccetto la Lombardia che però ha dimostrato “l’erroneità dei dati che erano stati precedentemente trasmessi dalla stessa Regione Lombardia e che avevano determinato la precedente classificazione in zona rossa”. Così il Tar ha respinto la richiesta della Regione ritenendo prevalente la tutela del diritto alla salute, anche perché “il consolidarsi di dati positivi sulla diffusione epidemiologica, già rilevati dalla Cabina di Regia nella riunione del 29 gennaio 2021, potrebbe portare alla decisione di riportare la Regione Sardegna in zona gialla già nella prossima riunione della Cabina di Regia che dovrebbe tenersi il prossimo venerdì 5 febbraio”.