Un precisa descrizione dell’isolamento della Sardegna e sul taglio dei collegamenti appare oggi in un articolo del giornale on line “TvSvizzera.it” che definisce la nostra isola “L’isola che non c’è”
Il giornalista Massimo Donelli, autore del’articolo, alla fine conclude “Io mi domando come si possa essere indifferenti di fronte al declino di un territorio che ha pochi eguali al mondo e potrebbe contribuire in maniera importante a far crescere il prodotto interno lordo… In che modo? Basterebbe trasformare la Sardegna nel laboratorio-pilota del turismo italiano. Attirando capitali privati da tutto il mondo (Aga Khan docet) e vincolandoli al rispetto dell’ambiente. Valorizzando la bellezza e producendo benessere. Facendo dell’isola un modello per il resto del Paese. Non è una mission impossible. Basta solo metterci la testa.”
Allora persino all’estero hanno le ide chiare sul potenziale della Sardegna mentre Governo regionale e Governo nazionale se ne fregano altamente della piega che hanno preso i trasporti e il progressivo isolamento in cui l’isola sta cadendo.
La disamina del giornale “TvSvizzera.it” è quanto mai esatto perché parla dei collegamenti che sono vitali per l’isola e racconta che solo Olbia si sta salvando grazie “Alla geniale invenzione della Costa Smeralda, un gioiello cui l’Aga Khan ha dato fama mondiale, lo scalo del nord est può contare stabilmente su Meridiana e su 75 compagnie” e quindi si salva. Altra storia per gli aeroporti di Cagliari (33 compagnie), capoluogo dell’isola, e Alghero(12 compagnie), la perla del nord ovest. Entrambi hanno conosciuto anni di forte incremento grazie a Ryanair, la low cost irlandese che, puntando sugli scali minori, ha creato una formidabile rete europea e rivitalizzato tutte le aree raggiunte dai suoi voli.”
Il giornalista sostiene, e con ragione, che a causa dei tagli Ryanair: “Mentre Cagliari si lecca le ferite, però sta in piedi, Alghero è letteralmente in ginocchio. Lo dicono, impietosi, i numeri.”
E il giornale svizzero dice anche che Ryanair se ne va perché non vuole pagare i disastri di Alitalia in quanto “C’è una nuova tassa su ciascun passeggero trasportato che serve per finanziare la cassa integrazione degli ex piloti della ex compagnia di bandiera, peraltro ora in mano agli emiri di Etihad. E Ryanair vuole che quella tassa sia tolta altrimenti minaccia di andarsene, cosa che al Governo regionale sembra non interessare.”
Così per ora, continua Massimo Donelli, “Il taglio solo di circa la metà dei voli, ha provocato chiusure di attività e licenziamenti in un territorio dove il turismo andrebbe protetto come le vacche in India, essendo, con tutta evidenza, non solo la risorsa più preziosa, ma anche quella più compatibile con l’ambiente.”
Ma quello che impietosamente, ma giustamente, il giornale svizzero sostiene e che “Nel frattempo, diminuiti i voli, le tariffe sono schizzate alle stelle. E così costa meno andare a New York che raggiungere l’isola dal nord Italia. Inoltre, Chi è abituato ai low-cost, non è disposto a farsi strozzare e volta le spalle all’isola.”
E ancora: “Proibitivi anche i traghetti. Se vi dicessi che occorre un mese intero di stipendio” dice Donelli “per andare e tornare in nave da Genova a Porto Torres pensereste che sono pazzo, vero?Una famiglia di quattro persone che desidera dormire in cabina e viaggia con auto al seguito deve pagare non meno di mille euro.”
Così come abbiamo sostenuto sempre anche noi fatti due conti: i turisti se ne vanno altrove, comprando pacchetti all inclusive per la Grecia, la Spagna, la Turchia e la Tunisia.
Anche i trasposti interni isolani sono stati messi sotto torchio dal giornale on line starniero: “Restando in tema di trasporti, stendo un velo pietoso su quelli interni alla Sardegna. Dirò solo che la rete ferroviaria è da terzo mondo; le strade (a partire dalla segnaletica) sono in condizioni imbarazzanti e, spesso, molto pericolose; le autostrade non esistono. Così, i gioielli dell’interno, a cominciare dalla bellissima Nuoro, sono sconosciuti. Uno spreco indicibile. Che, fuori dall’isola, sembra non interessare nessuno. Io mi domando, allora, come ci si senta a esser sardi sapendo che si va in treno da Milano a Roma (575 chilometri) in meno di tre ore e che occorre lo stesso tempo per coprire la distanza ben più breve (214 chilometri) che separa le stazioni di Sassari e Cagliari.”
Verità sacrosante dunque che noi sardi conosciamo bene ma che non importano a nessuno, evidentemente, di coloro che hanno in mano le redini della Regione o che guardano dall’alto di Palazzo Chigi. La Sardegna, Cagliari, Alghero ma anche Olbia stanno morendo lentamente per la politica suicida della Giunta regionale dei professori in fatto di trasporti e collegamenti tanto da farla definire dagli stranieri “L’isola che non c’è” e loro, i governati docenti, proseguono a stare a guardare mentre il declino economico dell’isola continua inarrestabile










