Una cosa è certa: gli impianti per la produzione di energie rinnovabili in Sardegna si faranno. E la Sardegna contribuirà alla produzione per una quota fissata a 6,2 gigawatt nel panorama nazionale. Ma la certezza si scontra con un’altra realtà: gli equilibri e gli equilibrismi politici all’interno della maggioranza di governo.
La presidente della Regione Alessandra Todde l’ha detto chiaramente: saranno individuate le aree idonee, e lì verranno realizzati gli impianti. Nel frattempo, in attesa che la Consulta si pronunci sulla moratoria, resta tutto fermo, assicura la presidente, e nessun nuovo impianto verrà realizzato. Ma questa posizione, che è ormai chiara e inequivocabile, si scontra pesantemente con quella dei comitati, che vogliono bloccare tutto e restare al carbone o poco più, e con quella della cosiddetta legge Pratobello, che sta per approdare in consiglio regionale e che, inevitabilmente, crea già non poche tensioni nella maggioranza a guida 5 stelle.
La legge Pratobello, come i comitati che ne sono di fatto i portavoce, vuole che si stoppi tutto, bloccando tutto il percorso delle rinnovabili, che peraltro il resto del mondo ha intrapreso da tempo, e preferendo restare ancorati a un passato fatto di carbone e poco altro, con la realizzazione di una dorsale del metano che non ha mai visto la luce. E di fronte a queste richieste, cosa farà la maggioranza? Blinderà la Todde o asseconderà le richiesta di una parte dei sardi che, in un clima rovente, non mollano la presa?
Comandini, presidente del consiglio regionale e segretario Pd, ha già detto la sua, e cioè che sulla legeg si può accelerare e che i cittadini vanno ascoltati: un messaggio alla Todde che con i comitati non ha mai (giustamente) ceduto fino in fondo?
Staremo a vedere, certo è che nonostante i numerosi chiarimenti, Draghi e il passato al ministero pesano come macigni su Alessandra Todde che, nonostante già in campagna elettorale abbia preso le distanze dagli assalti delle multinazionali, su questo punto viene costantemente attaccata.
Di sicuro, si prospetta un autunno caldissimo per la maggioranza al governo della regione. Ma anche per i sardi, costretti a vivere in un clima di tensione sociale enorme e a doversi dimenticare di tutti i tantissimi problemi che rendono complicate le loro vite, a cominciare dalla sanità.












