La Sardegna dice sì al suicidio assistito: il Consiglio regionale ha approvato la legge sul fine vita con 32 voti favorevoli e 19 contrari. Sul web si accende la discussione, con pareri molto diversi. C’è chi accoglie il provvedimento come una conquista di libertà: “Io non vorrei mai stare a marcire in un letto, è disumano. Ognuno deve essere libero di decidere della propria vita, non chi è seduto sulla poltrona”. Altri parlano di un passo avanti per la dignità delle persone malate: “Un altro passo verso la civiltà! Durante malattie devastanti bisogna comprendere chi chiede solo di salutare questa vita in modo dignitoso”. Per qualcuno la legge serve anche a dare certezze a tutti: “Gesto di civiltà che deve essere legalizzato a tutela dei medici, dei pazienti e delle famiglie”. Non mancano però reazioni molto critiche. C’è chi la definisce incostituzionale e immorale: “Vergognoso se votata da Cristiani! Non uccidere è un valore non negoziabile. I medici devono curare, non ammazzare con veleno”. Altri invitano a guardare alla libertà individuale: “Chi è contrario, come per l’aborto, deve star tranquillo: mica li obbligherà qualcuno a suicidarsi o ad abortire”. Il dibattito resta acceso: da una parte chi parla di dignità e autodeterminazione, dall’altra chi ne fa una questione etica e religiosa. Il voto in Consiglio segna un passaggio storico, ma la discussione è solo all’inizio.











