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All’Oncologico di Cagliari esplode, nuovamente, la protesta dei pazienti. Una trentina di loro, insieme al sindacato Usb, hanno manifestato nel piazzale esterno dell’ospedale. Tanta la rabbia, tra liste d’attesa giudicate ancora troppo lunghe e dei lavori, previsti dalla direzione ospedaliera, che rischierebbero di bloccare molte attività sino a fine agosto. E la polemica, a ridosso di Ferragosto, è servita: “Irresponsabili. Non si possono trattare i pazienti oncologici come pacchi postali, vergognatevi”, questo il cartello che stringono tra le mani vari partecipanti e anche dal dirigente sindacale del comparto sanità dell’Usb, Gianfranco Angioni: “Il diritto alla salute non va in vacanza, nemmeno il cancro. Dal diciassette agosto vogliono fare i lavori nel blocco operatorio, giudicati urgenti, ma noi chiediamo di rivedere subito questa disposizione. I pazienti verrebbero trasferiti al Brotzu, con tanti disagi”. Quali? “Verrebbero operati lì e poi sarebbero riportati all’Oncologico in ambulanza, si tratta di un aggravio, così non si viene tutelati”. Non solo, c’è anche la grana delle liste d’attesa: “Una situazione gravissima”, afferma Angioni, “partendo dagli interventi chirurgici, bisogna aspettare anche due mesi per essere operati, perdendo delle chances terapeutiche. Vanno potenziate le sale e il blocco operatorio va messo a norma, così non si può andare avanti”.
E, anche a lockdown terminato, per l’Usb la musica non è cambiata: “Tempi d’attesa triplicati con liste drammaticamente lunghe. In Regione si sta svendendo l’ospedale e si sta facendo mercat. In primo piano deve restare il diritto alla salute, questo ospedale deve avere una piena autonomia gestionale e organizzativa. Deve poter decidere e spendere per gli ammalati. Questo rivendichiamo a gran voce e non ci fermeremo sino a quando la vertenza non avrà una risoluzione”.