La notte di Walter e dei dimenticati: c’è solo la colletta dei panini

Viaggio tra clochard, migranti e la città sporca e trascurata: storie difficili, degli “invisibili”, tra chi sollecita una Cagliari a misura d’uomo, turistica, ma di fatto siamo ancora lontani anni luce tra disagi e sofferenze quotidiane


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Walter, all’una e mezza di notte, cerca riparo in un vano sottoscala del municipio di via Sonnino, di fronte ai parcheggi a pagamento, quasi raggomitolato tra i pezzi di cartone e una sorta di tavolino con cassette in plastica, con sopra un panino imbottito, crackers. Il rumore di fondo di un localino di vico Barone Rossi, lo disturba, laggiù c’è chi si diverte, ma da lui c’è ben altro umore, si alza, solleva la voce farfugliando qualcosa. Ha il viso triste, segnato dalle troppe vicissitudini e dice: “deppu drommiri deu – devo dormire… (in dialetto cagliaritano).

Giuliano, è disteso sul gradino nei pressi del’ex Capitol, proprio davanti alla “Casa dello studente”, sprangata, con stanze e piani vuoti al suo interno, in quel palazzone storico che potrebbe accogliere universitari trasferisti o chissà, forse anche i senzatetto, ma invece no, la serranda è chiusa. Lui è avvolto dalle coperte in pile, cappellino in testa, sguardo fisso sui bagliori delle auto che passano in via Roma, senza che di lui s’accorga qualcuno; accanto al clochard, la busta in plastica con panini e una bottiglietta d’acqua, quei sacchetti di emergenza notturna che Signora Gina distribuisce ogni giorno con il camper bianco dei volontari e staff dell’assessorato ai Servizi Sociali.

PIAZZA “DORMITORIO”. E’ poco, ma è già qualcosa: in piazza Matteotti, oramai ribattezzata Piazza Dormitorio, decine di ragazzi di colore, cercano di dormire o riposare anche loro, in mezzo ad una selva di rifiuti e odore nauseabondo di escrementi. Gli operatori ecologici, intorno alle due del mattino, cominciano ad azionare i macchinari e a “pulire” con la lancia ad alta pressione qualche zona della piazza, ma è quasi inutile, l’immondezza rimane a far da cornice a quel presidio fisso tra mattonelle in frantumi, alberi malridotti e aiuoe malconce. Ancora c’è chi si sforza di esultare il primo cittadino appena eletto, attribuendo la “colpa” (se di colpe si può discutere) alle Ferrovie dello Stato, che ha la “titolarità” ufficiale della piazza “dormitorio”, ma sono in tanti dall’altra sponda ad affermare che di igiene e sanità pubblica deve occuparsene il sindaco, solo lui e la Asl. Che nel frattempo è a Roma, per impegni istituzionali già intrapresi. E’ di fatto un quadrilatero della città che racchiude in se storie di povertà, solitudine, vicende di barboni che dormono per strada, clochard sardi e non che non hanno di che vivere, “scollettano”  (chiedono l’elemosina) accanto ai negozi, sui marciapiedi, spesso in binomio con  decine di migranti che  esortano comprensione, pena e commiserazione per pochi spiccioli. Così è…se vi pare.

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