La disperazione dei boxisti di Quartu: “Il debito di 130mila euro? Possiamo pagarlo solo a rate”

Sono rimasti spiazzati i lavoratori del mercato civico, l’ingiunzione del Comune è stata un fulmine a ciel sereno. Ilva Loche: “Abbiamo contestato l’aumento del canone perché siamo rimasti in pochi, non possiamo pagare tutto in un mese: vogliamo avere un incontro col sindaco Milia”


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La lettera con l’ingiunzione di pagamento da parte del Comune la riceveranno solo nei prossimi giorni, i boxisti del mercato civico di Quartu. Al momento è solo pubblicata, da oggi, nell’albo pretorio, e chi vende carne o verdura ha scoperto tutto grazie all’articolo di Casteddu Online. Due anni e mezzo di canoni non pagati, un braccio di ferro lungo quattro anni, quello con l’amministrazione, che è finito al Tar, con il giudice che ha bocciato il ricorso dei 14 commercianti. Hanno un mese di tempo per scucire 130mila euro mai versati nelle casse comunali, o scatteranno i pignoramenti. Ilva Loche è la presidentessa della società degli “Operatori mercato civico Sa Perda Mulla”, ha un box di alimentari e ha già parlato con il commercialista: “Proporremo al Comune un nuovo piano di rientro, speriamo solo che lo accetti. Non possiamo pagare tutti questi soldi in una botta sola, è impossibile. A rate, invece, ne possiamo parlare”. Certo, la stangata è bella forte, e dopo la sentenza del Tar non ci sono molte alternative. Bisogna aprire il portafoglio e pagare: “Ci siamo sempre ribellati alla rimodulazione della tariffa, decisa nel 2018, perché non siamo più in tanti a lavorare dentro il mercato. In 14 la spesa è troppo alta, anche se viene suddivisa”, nota la Loche.

“Vogliamo incontrare il sindaco Milia e proporgli la rateizzazione del debito. Tirare fuori 130mila euro in trenta giorni non è possibile, c’è poco da discutere”, rimarca la presidentessa dell’associazione che riunisce tutti i boxisti del mercato civico quartese. Che, insieme ai suoi colleghi, incrocia già le dita: “Speriamo di poter risolvere questo grosso problema in tempi rapidi”.


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