Ristoranti, pizzerie, pasticcerie, gelaterie e bar: sono ormai centinaia i casi di locali che si adeguano a una delle nuove “diete” di una fetta di cagliaritani. I prezzi? Cambiano a seconda del posto, proprio come i piatti “classici”
Moda? Salute? Necessità? Qualunque sia il motivo che spinge sempre più persone a sposare la cucina vegana – ancora più restrittiva rispetto alla vegetariana – i ristoratori cagliaritani hanno già adocchiato la possibilità del business. E, a parte pochissimi locali 100 per 100 vegan, anche chi propone menù classici affianca un’ampia varietà di piatti dedicati a chi a tavola non vuole consumare carne, pesce, uova e latte. Zero prodotti di origine animale, è il trionfo del tofu e del seitan.
Da un focus emerge che ormai in tutti i quartieri di Cagliari è possibile trovare locali “vegan friendly”. E non ci si ferma ai piatti salati, ma anche ai dolci, rigorosamente preparati senza una sola goccia di latte. I prezzi? In rioni quali San Benedetto e Villanova per un primo, un secondo e un contorno si spendono tra i 20 e i 25 euro. Per una pizza vegan, invece, il costo è tra i 7 e i dieci. Nella zona di piazza Yenne-Corso Vittorio, oltre agli unici locali totalmente vegani – la media di un panino è di 5 euro – dal portafoglio escono non meno di 22 euro per un tris di piatti più bevande. A Sant’Avendrace la media non cambia. Molto dipende dal cibo, poi: una pizza, anche nel mondo di chi dice “no” a tutti i prodotti di origine animale, costa infinitamente meno rispetto a un qualunque tipo di piatto. E sono in crescita i cuochi che apprendono i segreti basilari della cucina vegan, anche perché pochissimi ristoratori possono permettersi di avere uno chef per i piatti “classici” e uno solo per zuppe, dolci e piatti vegani.










