“Io, 57enne di Quartu malato di sclerosi multipla non vedo mio figlio da due anni: riportatelo in Sardegna”

La lettera di Carlo Loi, 57 anni: “Uno dei miei figli ha ventotto anni ed è stato mandato in una comunità in Piemonte perchè è schizofrenico. Io ho molte difficoltà a viaggiare per andare a trovarlo, è assurdo che in Sardegna non ci sia un centro di salute mentale che possa accoglierlo. Non mi basta sentirlo, ogni tanto, al telefono”


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Un padre che, da due anni, “sogna” di poter rivedere di persona uno dei suoi figli, che si trova a molti chilometri di distanza dalla sua abitazione, a Quartu Sant’Elena. Carlo Loi, 57enne malato di sclerosi multipla e un passato lavorativo “all’ex ispettorato agrario Argea”,  ha scritto una lettera al nostro giornale, raccontando tutta l’amarezza e la tristezza legata al non poter vedere una delle sue gioie più grandi. Il figlio, che oggi ha 27 anni, si trova in una comunità in Piemonte “perchè è schizofrenico”. I contatti con il padr,ze avvengono “tramite telefono”, perchè “la mia sclerosi è peggiorata e riesco a camminare poco e col deambulatore”. Lancia un sos-appello a chi può fare qualcosa, Carlo Loi: chiede se è possibile che in Sardegna esista una struttura idonea a ospitare il suo figlio lontano. Ecco, di seguito, alcuni stralci del suo scritto (alcune parti non sono state pubblicate per ovvie ragioni di tutela).

 

“A sette anni mio figlio si è mostrato iperattivo, e allora ha iniziato a prendere dei farmaci. Da quando era in seconda superiore ha iniziato a girare tra medici e case famiglia della Sardegna. A diciotto anni è tornato a casa. A me, poi, è venuta la sclerosi multipla ma lo seguivo lo stesso, ho organizzato anche un corso di ortoterapia. Da quattro anni è in una comunità in Piemonte. Il primo anno non potevo manco chiamarlo al telefono, poi riuscii a parlarci e posso chiamarlo ogni quindici giorni per dieci minuti con vivavoce, riesco a vederlo una volta l’anno per problemi di salute ed economici. Ora non lo vedo da due anni, dovevo abbracciarlo ad aprile ma dato che era agitato per l’entusiasmo mi hanno detto di non andare perché non stava dormendo e dato che la notte c’è un solo operatore questo creava problemi alla comunità. Spero di vederlo ed abbracciarlo presto ma non sanno dove metterlo qua in Sardegna”.

 

Carlo Loi