Botulino a Monserrato, un’intossicazione da tonno nel cuore di Cagliari, sequestri a ripetizione da parte dei Carabinieri del Nas, l’ultimo poche ore fa a Sestu: a Cagliari e in Sardegna, non solo per lo street food, dopo gli episodi delle ultime settimane rischia di dilagare la psicosi da cibo. Di sicuro, la cronaca delle ultime settimane racconta di un territorio scosso da episodi che hanno riportato con forza al centro dell’attenzione il tema della sicurezza alimentare.
Dalla città alla provincia, la percezione dei consumatori è di una crescente insicurezza per il timore di trovare nel piatto alimenti contaminati o non conservati correttamente.
Se da un lato le operazioni di controllo mostrano l’efficienza dei sistemi di vigilanza, dall’altro evidenziano un problema strutturale che riguarda l’intera filiera: dalla produzione alla trasformazione, fino alla distribuzione e alla ristorazione. Servono più controlli e servono soprattutto investimenti sulla cultura della sicurezza alimentare. Troppo spesso le irregolarità derivano da scarsa formazione e da una sottovalutazione delle regole di igiene e conservazione: aspettare che succeda qualcosa per poi correre ai ripari è un meccanismo dannoso per tutti. Dunque, servono più controlli sull’intera filiera, senza sconti per nessuno.
L’allarme riguarda non solo i consumatori ma anche gli operatori economici, che temono ripercussioni sull’immagine del comparto agroalimentare e turistico. A pochi giorni da eventi pubblici che richiamano migliaia di persone, cresce la pressione affinché le istituzioni rafforzino i controlli e avviino campagne di sensibilizzazione.
Il messaggio che arriva dal mondo della sanità pubblica e dalle forze dell’ordine è chiaro: i cittadini devono fidarsi solo di canali sicuri e certificati, evitando alimenti di dubbia provenienza e prestando attenzione alle modalità di conservazione.













