La sede di Fenosu ha voluto intitolare a lui, all’assistente capo deceduto in servizio il reparto per rendergli omaggio. La sindaca Francesca Fadda: “Voglio condividere con voi la giornata che ha coinvolto forze dell’ordine dell’aeronautica militare e la famiglia Gessa di Maracalagonis, per l’importante riconoscimento a Gualtiero Gessa nostro concittadino deceduto durante un volo militare.
Per poterla condividere meglio vorrei leggeste le parole della moglie di Gualtiero: Enza.
Enza carissima amica, insegnante della scuola Maracalagonis Burcei, mamma di Marco Gessa che ha saputo fare da madre e da padre in un momento in cui ha visto solo buio, con una vita stravolta e la tristezza nel cuore e ha dovuto con l’amore e tutta la Forza possibile crescere Marco e trasferirgli tutto l’affetto, accompagnata sempre da zia Eliana, cugini e amici”.
Il discorso di Enza Zimbardi:
“Oggi mi trovo davanti a voi con il cuore colmo di emozione, gratitudine, rispetto e riconoscenza.
Sono passati vent’anni da quel 31 marzo 2005. Vent’anni da quel giorno in cui mio marito, Gualtiero Gessa, Assistente Capo del 7° reparto volo, ha compiuto il suo ultimo volo. Era un volo di ricognizione, uno dei tanti, un volo “di routine”, ma nel servizio non esistono giorni di routine, ogni volo è una missione, ogni partenza è un atto di fiducia, di coraggio, di dedizione. Ed è proprio in merito a ciò che Gualtiero con la sua ironia, diceva spesso:” è più facile fare un incidente in macchina che in elicottero.” Era il suo modo per rassicurare, per alleggerire, per farci sorridere. E oggi, quella frase mi torna alla mente come un abbraccio: tenero, amaro, ma vivo.
Gualtiero oltre ad essere profondamente devoto al suo lavoro, era un marito e un padre come pochi, amorevole e sempre presente, era un poliziotto, un servitore dello Stato, un uomo silenzioso, concreto, amava la vita, amava il suo Reparto. Quel giorno, mentre svolgeva ciò che per lui era normale — servire con onore — è arrivato il sacrificio più grande, un sacrificio che ha segnato la nostra vita, quella mia e di nostro figlio Marco.
Quel dolore, però, non è stato solo nostro. È stato condiviso anche dalla sua famiglia d’origine: sua madre Greca, che ha vissuto quella perdita con una dignità profonda e silenziosa, suo padre Ignazio, che ha sempre avuto negli occhi l’orgoglio per quel figlio così generoso e sua sorella Eliana. Oggi anche loro portano nel cuore questa intitolazione come un gesto d’amore, come un riconoscimento che attraversa il tempo e il dolore.
Oggi, guardandomi indietro, non posso parlare solo di dolore e di sacrifici, ma voglio soprattutto dire GRAZIE, grazie a tutte le persone che in questi vent’anni non ci hanno mai fatto sentire soli, perché se è vero che Gualtiero è andato via troppo presto, è anche vero che non è mai stato dimenticato. Ogni visita al cimitero, ogni gesto, ogni presenza, ogni parola spesa per onorarne la memoria è stata per me e per mio figlio una carezza, un abbraccio silenzioso ma potente. In questi anni abbiamo sentito, forte, la presenza della sua seconda famiglia: il 7° Reparto volo, i colleghi, le persone che con lui hanno volato. Avete mantenuto viva la memoria di Gualtiero con una costanza che ha dato forza a me e a nostro figlio.
Da oggi, dopo vent’anni, quel nome — il suo nome — si legherà per sempre al 7° Reparto Volo.
Questa intitolazione è un gesto di memoria, è il riconoscimento che il suo sacrificio non è stato dimenticato. Per me, per la mia famiglia, ha un valore immenso, è un onore, ma anche un conforto, perché ci ricorda che, anche nella perdita, c’è qualcosa che resta: l’amore, il rispetto, il ricordo che non si spegne, non solo perché onora Gualtiero, ma perché trasforma il dolore in eredità. Un’eredità che vivrà in ogni missione, in ogni volo, in ogni giovane pilota che entrerà nel 7° Reparto volo e leggerà il suo nome.
Grazie alla Polizia di Stato, che ha sempre saputo onorare la sua memoria con rispetto e costanza.
Grazie al Sig. Questore, per la Sua presenza e la Sua sensibilità.
Grazie al 7° Reparto volo, che non ha mai mancato un gesto, una visita, una parola.
Grazie di cuore a tutti voi, per aver custodito con tanta cura la memoria di mio marito Gualtiero, grazie per averci accompagnato nel dolore e nella speranza, e grazie perché oggi quel nome, Gualtiero Gessa, non è solo inciso su una targa del 7°Reparto volo ma è inciso nei vostri cuori e continuerà a volare con ogni elicottero, in ogni missione, in ogni sguardo rivolto al cielo”. Parole che meglio esprimo il significato della targa intitolata all’uomo che mai sarà dimenticato non solo dalla sua famiglia bensì dalla sua comunità e i suoi colleghi che anche con lui proseguiranno il fondamentale lavoro che svolgono.












