“G.C. è un allevatore e componente della Compagnia barracellare di Bonorva.
In seguito a indagini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sassari e del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, è stato accusato con “gravi indizi di colpevolezza” di aver appiccato ben sette incendi fra il 2024 e il 2025, fra cui uno (il 28 luglio 2024) che incenerì oltre 300 ettari di bosco, macchia e pascoli.
E’ stato arrestato, ma il G.I.P. del Tribunale di Sassari ha concesso soltanto gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. La Procura chiedeva gli arresti in carcere.
Si proclama innocente e, fino a condanna definitiva, deve esser ritenuto tale (art. 27 Cost.)
Sarebbe, infatti, perseguitato dalle coincidenze: quasi tutti i roghi si sono sviluppati dalle cunette della strada provinciale n. 43 “Bono – Bonorva”, tutti innescati da un fiammifero inserito all’interno del filtro di una sigaretta, in più – proprio in quei momenti – passava il furgone di proprietà dell’arrestato, il quale s’è giustificato affermando che si tratta dell’ordinario percorso verso il proprio ovile.
Ma le coincidenze non si fermano qui:anche nell’unico caso in cui l’incendio è partito da una strada comunale vicina (il 15 luglio 2025, oltre 50 ettari bruciati), l’accusato era sul luogo: fermato e perquisito dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, è stato trovato in possesso di “un fiammifero avvolto in uno scontrino”.
Ma c’è un modo per evitare le coincidenze e i coincidenti incendi fin da ben prima della condanna definitiva: il sospettato con “gravi indizi di colpevolezza” può esser destinatario di un Daspo ambientale, misura amministrativa che lo porti per un congruo lasso di tempo lontano dai luoghi di residenza, lavoro, abituale dimora.
Il caso non è certo isolato.
Certamente vale la presunzione di innocenza fino alla condanna definitiva passata in giudicato, ma G.F., 53 anni, algherese, era stato arrestato il 2 agosto 2021 su disposizione della magistratura sassarese con l’accusa di aver tentato di appiccare il fuoco per ben otto volte nell’ultimo anno nella Pineta dunale di Maria Pia, sul litorale di Alghero, proprio mentre la relativa spiaggia era piena di bagnanti.
L.L., allora 44enne muratore di Villacidro, venne trovato con il cerino in mano nei boschi del Linas dagli agenti del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale. Arrestato, venne condannato a 4 anni di reclusione dal Tribunale di Cagliari l’8 luglio 2009. Era sospettato di esser l’autore di ben 63 incendi.
R.A., 66 anni, di Palmas Arborea, è stato arrestato lo scorso 2 agosto 2023 dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale in quanto sospettato di esser l’autore di ben sei incendi fra campagne e zone umide dell’Oristanese.
M.P. (57 anni) e P.S.(48 anni), disoccupati di San Giovanni Suergiu, sono stati arrestati il 26 luglio 2025 dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale “nella flagranza di un tentativo di incendio posto in essere lungo la Strada Provinciale 77, in una vasta area a vocazione agricola con presenza di numerose aziende ed abitazioni”. Il buon M.P. “ha numerosi precedenti per incendio ed era stato arrestato anche nel 2023 per cinque roghi appiccati nella zona di San Giovanni Suergiu in una azienda agricola cooperativistica. Era anche finito in carcere a Uta ma è tornato in libertà e sembra abbia adesso ripreso ad appiccare incendi”.
Vogliamo seriamente mettere ‘sta gente in condizioni di non nuocere all’ambiente e alla collettività?
Il Daspo (da D.A.SPO.,acronimo di Divieto di Accedere alle manifestazioni SPOrtive) è una misura prevista dalla legge italiana al fine di impedire aggressioni violente nei luoghi degli avvenimenti sportivi.
E’ nato in Italia per contrastare la violenza in occasione di manifestazioni sportive, nasce in particolare per le partite di calcio, con la legge n. 401/1989 e si evolve con numerosi altri passaggi normativi fino alla legge n. 41/2007.
Il provvedimento amministrativo viene emesso dal Questore competente per territorio e inibisce l’accesso ai luoghi dove si svolgono determinate manifestazioni sportive.
La Corte costituzionale, con la sentenza n. 512/2002, ha incluso il Daspo fra le misure di prevenzione, irrogabili, quindi, anche in assenza di commissione di reati.
Misure analoghe sono state emanate con il c.d. Daspo urbano, introdotto con il decreto-legge n. 113/2018, convertito nella legge n. 132/2018, che impone l’allontanamento da luoghi pubblici frequentati (stazioni, aeroporti, mercati, monumenti, ecc.) di soggetti autori di fatti ritenuti di degrado urbano.
Gli attentati all’ambiente (e al patrimonio culturale) potrebbero e dovrebbero essere un nuovo campo privilegiato per l’adozione di simili misure di prevenzione.
Gli incendiari vanno estirpati dal contesto socio-ambientale dove distruggono natura, abitazioni, attività lavorative, almeno per un bel pezzo.
E gli va pure fin troppo a buon mercato: Eleonora d’Arborea sarebbe stata molto più drastica…”
Gruppo D’Intervento Giuridico












