Tragedia nel carcere di Bancali, a Sassari: un detenuto di 36 anni, di origini nordafricane, è stato trovato morto nella sua cella, riverso a terra accanto a una bomboletta da fornello e in un ambiente saturo di gas. Il ritrovamento è avvenuto durante un controllo di routine della polizia penitenziaria. Nella cella era presente anche un altro detenuto, che ha dichiarato di non essersi accorto di nulla. La vicenda, ancora avvolta nel mistero, è stata resa nota dal sindacato autonomo di polizia penitenziaria che ha parlato di un nuovo drammatico episodio in una struttura penitenziaria da tempo sotto pressione. “Sono in corso accertamenti per stabilire se si sia trattato di un gesto volontario o di un uso improprio del gas per scopi diversi, come lo sballo”, ha spiegato Antonio Cannas, delegato del Sappe per la Sardegna. “Fatto sta che un uomo ha perso la vita, e questo è un fatto grave e triste”.
L’episodio riaccende i riflettori sull’uso delle bombolette da cucina all’interno delle celle. “È necessario sostituirle con piastre elettriche, per ragioni di sicurezza. In più occasioni – denuncia Cannas – le bombolette sono state trasformate in ordigni rudimentali contro il personale penitenziario. È urgente rivedere le norme che ne regolano la presenza in carcere”. Sulla stessa linea anche il segretario generale del Sappe, Donato Capece: “Quanto sta accadendo nelle carceri italiane è allarmante. Suicidi, aggressioni, evasioni: il sistema penitenziario è in piena crisi, anche a causa dello smantellamento delle politiche di sicurezza degli ultimi anni. Occorrono interventi urgenti e strutturali”.