In treno con un bimbo piccolo: le difficoltà di una mamma cagliaritana

La testimonianza di una giovane mamma cagliaritana in viaggio in treno con il suo bimbo di 14 mesi:non uno scompartimento apposito per il passeggino, nessun fasciatoio per cambiare il piccolo. Nessun servizio e scarsissima attenzione verso i viaggiatori.


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Metti una giovane mamma e il suo bambino di appena 14 mesi, metti pure un passeggino e la necessità del piccolo di essere cambiato, aggiungiamoci un breve viaggio in treno per raggiungere il suo vecchio paese, e il gioco è fatto.  Il risultato?  La consueta inefficienza dei trasporti pubblici, la mancanza di servizi e la scarsa attenzione verso i viaggiatori. La denuncia attraverso un post su Facebook arriva da Enrica, una giovane mamma di Selargius che forte evidentemente dello spirito avventuriero, ha deciso di raggiungere i propri genitori in treno, preferendo le rotaie alla solita automobile.

“In chiusura dell’anno ho deciso che da Cagliari potevo andare a trovare i miei genitori in treno, tragitto di neanche 45 minuti, ero certa che sarei riuscita senza difficoltà ad affrontare il viaggio da sola col pupo, tra passeggino e fascia in qualche modo me la sarei cavata”.

I buoni propositi  di Enrica però, non sembrano corrispondere con l’amara realtà del sistema trasporti con la quale la giovane ha dovuto confrontarsi: “Ancora prima di partire il capotreno verifica il mio biglietto, non una parola sul passeggino o sulla possibilità che mi servisse un fasciatoio. Il tragitto é stato breve e non ho avuto bisogno di niente, ma sono rimasta perplessa nel lasciare il passeggino semplicemente fermo in una zona qualunque del treno (con o senza il piccolo non avrebbe fatto differenza)”.

In un’era dove, per ovvie ragioni, il trasporto pubblico dovrebbe avere la meglio su quello privato,  la Sardegna e l’Italia,  per l’ennesima volta, si mostrano fanalino di coda, non solo in fatto di mobilità: “nell’ultimo anno ho avuto modo di verificare quanto sia difficile spostarsi con un bambino, non si ha idea di quanti negozi in città risultino inagibili per una mamma col passeggino”. E se domandare è lecito ma rispondere è cortesia, Enrica, una risposta alla sua domanda pare non averla ancora ricevuta: “Qualcuno sa se ho sbagliato io o in realtà, a parte i Frecciarossa, i nostri treni non prevedono scomparti appositi?”.  


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