Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte in Italia con 217mila decessi all’anno, di cui circa 5.000 in Sardegna e di questi 500 dovuti a infarto1. Con 1 paziente su 5 a rischio di un secondo evento cardiovascolare entro il primo anno dopo un infarto2, il colesterolo LDL (C-LDL) rappresenta un fattore modificabile fondamentale per prevenire nuovi eventi. Tuttavia, l’80% dei pazienti non raggiunge i livelli raccomandati, esponendosi a possibili recidive3.
“Il numero di decessi ogni anno per malattie cardiovascolari nel nostro paese è preoccupante, e la Sardegna non fa eccezione. Nel 2021, infatti, sono stati registrati 500 vittime di infarto sull’isola, un dato che sottolinea quanto sia cruciale promuovere la prevenzione secondaria. – Afferma la Prof.ssa Roberta Montisci Direttore S.C. Cardiologia-Utic Policlinico Duilio Casula Azienda Ospedaliero Universitaria di Cagliari Dipartimento di Scienze Mediche e Sanità Pubblica Università di Cagliari – Il colesterolo LDL, fattore modificabile essenziale, deve essere tenuto sotto controllo. Agire tempestivamente per diminuire i livelli di LDL non è solo una necessità clinica, ma un imperativo per allontanare il rischio di nuovi eventi.”
La buona notizia emerge dalle evidenze dello studio italiano AT TARGET-IT coordinato dal Prof. Pasquale Perrone Filardi, Direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare, Università “Federico II” di Napoli, Presidente SIC (Società Italiana di Cardiologia) che ha coinvolto l’UOC di Cardiologia Clinica ed Interventistica dell’Ospedale Santissima Annunziata di Sassari diretta dal Prof. Gavino Casu.
I dati dello studio che ha coinvolto 771 pazienti post-infarto trattati in 22 centri italiani, sono stati recentemente pubblicati sull’European Journal of Preventive Cardiology e dimostrano l’efficacia dell’approccio “colpisci presto, colpisci forte”: intervenire subito dopo l’infarto, in modo intensivo con anticorpi monoclonali inibitori di PCSK9, abbassa i livelli di colesterolo LDL fino al 70%. Il 68% dei pazienti ha raggiunto l’obiettivo raccomandato di C-LDL (55 mg/dL) già al primo controllo4 offrendo così una protezione efficace e sicura nella delicata fase post-infarto.
“I pazienti che hanno avuto un infarto sono considerati ad altissimo rischio. Le linee guida europee raccomandano di raggiungere livelli di colesterolo LDL inferiori a 55 mg/dL, e addirittura sotto i 40 mg/dL per chi ha avuto multipli eventi cardiovascolari.” Afferma il Prof. Pasquale Perrone Filardi, Direttore della Scuola di specializzazione in Malattie dell’Apparato Cardiovascolare dell’Università “Federico II” di Napoli e Presidente della Società Italiana di Cardiologia (SIC). “Tutti i pazienti dopo l’infarto dovrebbero fare un controllo dopo 4 settimane di terapia anti-lipidica per verificare l’efficacia del trattamento e se i livelli di LDL non sono ancora ottimali, è necessario modificare e ottimizzare la terapia”












