Una famiglia che si riunisce dopo 44 anni in un ospedale. Papà, mamma e bambina che non hanno mai convissuto si son ritrovati. E forse non si lasceranno più. I protagonisti sono Teresa, Giulio Cesare Putzu e Angelia Ascatigno. Anzi Angelia Putzu Ascatigno visto che da qualche giorno è ufficialmente la figlia di Giulio Cesare Putzu che ha ritrovato, dopo aver preso coraggio in un momento difficile per la sua vita, la sua bambina dopo averla cercata invano per decenni. Lei non aveva mai visto il papà e oggi ha coronato il suo sogno: suo papà e la sua mamma, che avevano interrotto la relazione in coincidenza con la sua nascita, ora erano insieme davanti ai suoi occhi. La famiglia che ha sognato di avere per tutta la vita si è materializzata per incanto.
Perché oggi Giulio Putzu aveva una visita a Decimo e nell’ospedale è ricoverata Teresa, la madre di sua figlia. Da qui l’appuntamento. “Quando ha visto mamma per papà non c’è stato più nessuno”, racconta Angelia, “era l’amore della sua vita. Ha cominciato a baciarla, anche sulla bocca, e ad accarezzarla e la prima cosa che le ha detto è stato “ti amo””. A quel punto Angelia commossa ha lasciato i due alla privacy, lui si è seduto accanto al letto di lei. E a quel punto i due , come due giovani fidanzatini hanno iniziato a parlare sottovoce. “Le ha accarezzato il viso per tutta la durata dell’incontro”. E chissà che dall’incontro di oggi non possa nascere tra i due anche qualcosa di più.
Quella di Angelia è una storia che ha commosso il web: “Dai tanti messaggi che ricevo ad ogni ora, forse sto capendo perché la gente mi ringrazia”, scrive la Ascatigno, che nella vita è una affermata musicista, “spero che la mia storia regali il coraggio a tanti figli di cercare i propri genitori ed a tante mamme e papà, eroi ed eroine, separati dai propri figli per qualsiasi motivo, di continuare a lottare e cercare. Ci son tanti amori nella vita, ma quello che unisce una famiglia è il più forte del mondo. Un Amore coniugale si può sostituire. quello che lega un padre, una madre ed un figlio no”.












