Mattarella ricorda i morti di Stava tra i quali anche i 4 giovani samassesi che persero la vita: il Presidente della Repubblica ha deposto una corona di fiori al monumento alle vittime e ha presenziato alla cerimonia civile al teatro comunale, alla quale era presente un rappresentante dell’Amministrazione comunale di Samassi.
Nel paese del Medio Campidano, invece, una commemorazione speciale per ricordare quei giovani lavoratori stagionali che non rientrarono più a casa. Due Comunità sempre unite nel ricordo e da un forte sentimento di solidarietà e fratellanza che nel 2016 hanno siglato un importante accordo di gemellaggio che rafforza quel legame indissolubile che le unisce da 4 decenni.
In paese tutti ricordano ancora quel maledetto giorno, commoventi sono le parole di Tore. M.: “Era il 19 luglio dell’anno 1985. Era di venerdì, una caldissima e torrida giornata”.
Ancora qualche ora e sarebbe iniziata la festa in onore di Santa Margherita: “Eravamo sereni, forse anche felici. Aspettavamo l’inizio della festa, le bancarelle, il complessino, la musica spensierata.
Sarebbe stata una serata di inizio festa bene organizzata come gli anni precedenti.
Era l’ora di pranzo quando iniziarono a circollare certe voci che distraevano, che mettevano preocupazione. La radio, la televisione parlavano di una disgrazia accaduta nel lontano Trentino. Qualcuno commentava, oltre alla pietà umana per eventuali vittime, cosa abbiamo da spartire noi Samassesi con quella regione.
Il legame era che non molto tempo prima, quattro ragazzi di Samassi, tre ragazze e un ragazzo, si erano reracati in Trentino per lavorare proprio nella zona del disastro.
Erano notizie ancora ufficiose, ancora da verificare.
Le voci correvano come portate dal vento.
Edizioni straordinarie dei telegiornali confermarono quanto era accaduto. Tutto divenne ufficiale, le notizie parlavano di alberghi, dai nomi per qualcuno noti, distrutti.
Una normale giornata di lavoro. All’improviso quello che era una normale giornata cambio’ il programma. Erano le 12,22 un boato riempi’ la silenzioziosa valle, rumore di tuono, come di terremotto.
Poco prima tutto era normale, una bella giornata.
Un mare d’acqua e fango travolse tutto quello che incontrava radendo al suolo anche gli alberghi dove lavoravano nostri quattro compaesani, travolgendoli e strappando le loro giovani vite. Maria Rosaria Pitzalis, 23, Maria Assunta Cara, 24, Luciana Sigura, 23, Mariano Scano, 37 anni. Complessivamente i morti furono 268”.












