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“Il mare dei sardi ai sardi senza dover spendere una fortuna”: boom di firme per la petizione

Basta stabilimenti e parcheggi d'oro: "Non è giusto sentirsi ospiti a casa propria"

di Valeria Putzolu
14 Agosto 2025
in il-diavolo-sulla-sella, sardegna

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“Il mare dei sardi ai sardi senza dover spendere una fortuna”: boom di firme per la petizione

Boom di firme per la petizione “Pass Mare per i Sardi”: in soli due giorni sono state già raccolte migliaia di adesioni. Raul Susini: “Non è giusto sentirsi ospiti nella propria isola, pagare prezzi esorbitanti per vivere il mare, che è casa nostra”.
Spiagge sarde occupate da stabilimenti mezzo vuoti e parcheggi con prezzi esorbitanti: il tormentone dell’estate 2025 sono state le molteplici segnalazioni da parte dei cittadini che, oltre con il caldo, hanno dovuto combattere per trovare un posto in spiaggia dove stendere l’asciugamo, non prima, però, di aver speso anche 14 euro per parcheggiare la macchina. E per le località a numero chiuso anche il prezzo del ticket per poter usufruire del territorio. Sale la rabbia tra i sardi che hanno ben manifestato il proprio dissenso, giunto al culmine con la petizione https://chng.it/nV2XkCNb6n lanciata da Raul Susini, ceramista di Cagliari, che sino all’anno del covid realizzava manufatti e souvenir esposti a due passi dalla Torre dell’Elefante.
Oggi ha cambiato mestiere, dall’alto, con i droni, riprende le meraviglie del territorio sardo grazie all’attestato ottenuto dopo l’esame regionale di tecnico droni pilota SAPR per la Regione Sardegna.
E proprio pilotando il drone ha preso maggiore consapevolezza delle bellezze dell’isola: beni da tutelare e valorizzare, ma anche da vivere. Però, in estate, le spiagge a volte diventano un sogno per pochi: “La Sardegna non è solo un luogo: è la nostra casa, la nostra storia, la nostra identità. Il mare è il nostro respiro, la sabbia sotto i piedi è il legame profondo con la nostra cultura e il nostro futuro” spiega Susini. “Basta sentirci esclusi dal nostro mare. Basta pagare per ciò che è sempre stato nostro.
Non voglio visibilità per aver creato il pass mare.
Ho solo fatto quello che doveva essere fatto, perché la nostra terra, la Sardegna, merita rispetto, giustizia e dignità.
La petizione Pass Mare per i Sardi non nasce da interessi personali. Anzi, quest’anno io stesso non posso godermi il mare, a causa di un problema alla pelle dovuto a una reazione al cloro in piscina. Sto curando delle macchie solari e devo stare attento.
Ecco perché questa battaglia viene dal cuore, da un’indignazione profonda di fronte a un’ingiustizia che colpisce chi vive e ama questa terra. Non è giusto sentirsi ospiti nella propria isola, pagare prezzi esorbitanti per vivere il mare, che è casa nostra.
Non sono un politico e non voglio diventarlo per carriera, perché sappiamo tutti che spesso non si entra in politica per merito. Ma se mai decidessi di farlo un lontano giorno, vorrei guadagnare quanto un italiano medio, perché solo così potrei capire davvero cosa significa vivere in questa realtà. Solo così potrei cambiare davvero le cose, senza diventare una un peso incatenato a una poltrona di privilegio. Non lo potrei fare per vergogna, non riuscirei più a guardare negli occhi chi mi ha eletto se gli togliessi il mare, sono sicuro. Intanto il mio cuore piange perché in silenzio anche oggi si sarà firmato a favore di qualche altro parco eolico. Il tyrreniamen link senza consultare noi sardi ha distrutto la costa e devo precisare anche uno dei più belli spot per onde dove ho surfato qui vicino a Cagliari e chi ha fatto surf al “Capolinea” sa bene di che parlo.

Credo che la politica debba essere un servizio, non un privilegio. Vorrei un sistema in cui chi governa venga pagato in base ai risultati, non per occupare uno scranno. Dove i vitalizi sono aboliti e sostituiti da un bonus meritocratico una tantum, dove ogni politico è valutato dai cittadini alla fine del mandato, con una piattaforma digitale sicura e trasparente, e dove chi non lavora per il bene comune torna semplicemente a casa.
Immagino un futuro in cui la trasparenza sia obbligatoria: perché i cittadini hanno diritto di sapere e sopratutto di partecipare.
Questa non è una rivendicazione politica, è amore per la Sardegna. È giustizia per chi lotta ogni giorno.
La Sardegna non si vende.
E noi non stiamo più zitti”.

Le reazioni: “In alcune località marittime i sindaci “favoriscono ” i residenti comunali con tariffe ridotte. Mentre i residenti sardi che non hanno spiagge pagano il ticket pieno, come qualsiasi turista. Il che è particolarmente discriminatorio, tutti i sardi hanno diritto di arrivare alle spiagge in libertà come sempre avvenuto fino a pochi anni fa. Paghiamo già tante tasse, questa è di un ingiustizia colossale, non si può vietare (per i costi eccessivi) chicchessia di andare al mare. È necessario combattere questa storture” spiega F.G.
“Mi sta a cuore questo problema perché è davvero inaccettabile dover pagare per avere un pizzico di mare. Ormai ci hanno tolto quasi tutto, la spiaggia libera tra poco dobbiamo scordarcela e se volessimo anche andare negli stabilimenti ci si lascia un rene. Se una famiglia è composta da quattro persone, non è fattibile” scrive Catiuscia di Soleminis.
“Non ci sono parole per descrivere i cambiamenti di questi ultimi decenni, ci hanno tolto tutti i diritti da residenti, da isolani non siamo più persone libere ma carcerati nella propria terra” esprime P.A.
E ancora: “Dobbiamo riappropriarci della nostra terra, mercificata a nostro discapito. Reagire è necessario” esprime Antonio, un emigarto sardo.

“Un grazie di cuore a chi ha avuto il coraggio di dire ad alta voce ciò che tanti sentono da troppo tempo: Basta sentirci esclusi dal nostro mare. Basta pagare per ciò che è sempre stato nostro” conclude Susini.

Tags: Sardegna
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