“Il figlio sardo e il suo papà morto nel Bergamasco: che tristezza, non potrà neanche portare la salma in Sardegna”

La storia struggente raccontata su Fb da Virginia Saba, stimata giornalista cagliaritana e fidanzata di Luigi Di Maio: “Vorrebbe riportarlo in Sardegna. Ma non si può. Verrà cremato tra centinaia di corpi e consegnato ai familiari chissà quando. E chissà quando avrà la sua degna sepoltura nella sua Terra”

Oggi sono triste, molto.
E arrabbiata.


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La storia struggente raccontata su Fb da Virginia Saba, stimata giornalista cagliaritana e fidanzata di Luigi Di Maio: “Una decina di giorni fa circa mi ha contattato un ragazzo sardo residente nel bergamasco con la sua famiglia. Non lo conoscevo.

Mi ha detto che lui e sua madre avevano la febbre alta da più di dieci giorni e che erano preoccupati per il suo papà che tenevano isolato in una stanza con un tumore ai polmoni. In piedi, autonomo, forte. Ma con tumore.

Ha implorato più volte che qualcuno andasse a prenderli affinché non lo contagiassero. Ma lo ripeteva di continuo.

Ma il dramma ulteriore di questi giorni prevede che se tu stai male devi curarti a casa, a meno che non abbia problemi a respirare. Non ci sono posti in ospedale, infatti.
Devi farti forza da solo.
“Forza, tenete duro, dovete farcela!”, gli dicevo.

Sono stata ogni giorno con loro, come potevo.
Ed è stato come entrare in una famiglia che conoscevo, un po’ mia, la famiglia di tutti, in fondo. Mi ci sono affezionata.

Due giorni fa finalmente la febbre del ragazzo e di sua madre è calata. E ho sorriso.

Ma qualche ora dopo le condizioni del papà sono precipitate all’improvviso e un’ambulanza l’ha portato via. “Chissà se lo rivedremo”.

L’ultima volta che ho chiesto notizie di lui è stato ieri notte, come ogni notte.
“Abbiamo fatto una videochiamata, papà mi ha detto che è forte e che supera anche questa”.

Ho sperato e pregato con loro.

E invece poco fa ho saputo che quel signore non c’è più.
Non ce l’ha fatta.
Se n’è andato da solo, come tanti altri.
Suo figlio me l’ha detto con una dignità che mi ha impressionato.

Vorrebbe riportarlo in Sardegna.
Ma non si può.
Verrà cremato tra centinaia di corpi e consegnato ai familiari chissà quando.
E chissà quando avrà la sua degna sepoltura nella sua Terra.

Oggi sono triste, molto.
E arrabbiata.

Perché in questi giorni ho sentito – facendo finta di non sentire – polemiche su cosa come dove e quando…, su cosa si tiene aperto o chiuso, su chi la vuole in modo, chi nell’altro. C’è ancora tanta gente che parla e vive di cose di poco conto. Come se questa “lezione” non bastasse.

Mi tappo le orecchie, imploro silenzio, buon senso, e prego tanto.

E mando tutto il mio coraggio a chi deve fare delle scelte di responsabilità: forza. Di qualunque partito siate, di qualunque città, regione, mondo: forza.

Fate il vostro meglio, c’è bisogno del meglio di voi.
Ognuno di noi dentro ha qualcosa di speciale, tiriamolo fuori ora.

E prego, prego tanto e preghiamo tanto, per tutte queste persone che non ci sono più e che si ritrovano sole davanti alla fine.

E stiamo vicino, per quanto sia possibile, ai i loro cari che si ritrovano a vivere dentro quest’incubo.

Facciamo in modo che tutto questo finisca presto.

Questo dipinto qui sotto l’ho fatto stasera, immaginando un luogo fantastico. Non è un granché, ma è fatto con amore. Lo voglio dedicare a questo papà che non c’è più e che è stato nei miei pensieri per diversi giorni, anche se non ci siamo mai visti.

Riposi in pace, in un luogo meraviglioso”.


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