Il Consiglio regionale prova a tagliarsi gli stipendi,poi stoppa tutto

L’approvazione del testo unificato che azzera i finanziamenti dopo lo scandalo delle inchieste giudiziarie per peculato che ha travolto il palazzo è stata rinviata in attesa del via libera dalla commissione Bilancio. Si torna in aula il 3 gennaio.


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Riuscirà il Consiglio regionale a tagliare i fondi ai gruppi consiliari chiudendo definitivamente l’era dei pozzi senza fondo cui gli onorevoli sardi potevano attingere senza colpo ferire? Per ora, le bocce sono ferme e il fiato sospeso in attesa del verdetto della commissione Bilancio che dovrà esprimere un parere sul testo unificato che racchiude 13 proposte di legge e la cui approvazione è stata sospesa in attesa, appunto, del passaggio nel parlamentino. Su questo testo si sono già consumate non poche battaglie nelle conferenze dei capigruppo, che hanno registrato durate record mai viste prima: un intervento necessario, secondo la presidenza, vista la bagarre giudiziaria che ha travolto e sconvolto la vita politica isolana, con tre inchieste e oltre 60 indagati fra i consiglieri con l’accusa di peculato per aver speso i fondi destinati ai gruppi in modo non riconducibile all’attività politica. Il testo, che con non pochi mal di pancia dovrebbe essere approvato nella prossima seduta, taglia i fondi dei gruppi consiliari ai quali verrebbero assegnate soltanto le risorse per pagare i collaboratori a tempo determinato.

Le indennità di carica mensili vengono azzerate, con l’eccezione dei presidenti della Giunta e del Consiglio (2.500 euro lordi), degli assessori (1.200 euro lordi) e dei questori (800 euro). La presidenza del Consiglio, come avviene nel Parlamento europeo, determinerà i criteri per i rimborsi delle spese per le trasferte. Lo stipendio sarà ridotto a 6.600 euro lordi cui si aggiunge un rimborso forfettario mensile di 3.850 euro, più rimborsi per le spese di trasporto: 650 euro in più per i consiglieri la cui dimora abituale sia situata oltre i 100 km dalle sede del palazzo; 300 euro per quelli con dimora abituale fra i 71 e i 100 km di distanza. Agli assessori che non siano anche consiglieri competerebbero oltre all’indennità, il 70% del rimborso forfettario previsto per i consiglieri e 300 euro lordi. Di sicuro, a conti fatti, tagli o non tagli sono stipendi da Paperoni.