Ricoverato al Sirai di Carbonia per meno di un giorno, il tempo di eseguire Tac e lastre varie per escludere possibili fratture legate ad una caduta nel bagno di casa, poi le dimissioni, il ritorno a casa e la folle scoperta. Carlo Bisio, 87 anni, si è ritrovato due aghi conficcati nel braccio destro. A scoprirlo sono state le figlie dell’anziano mentre lo stavano aiutando a cambiarsi prima di farlo sdraiare sul letto. Hanno sentito uno strano rigonfiamento e, una volta tolta la maglia, hanno visto penzolare aghi e supporti delle flebo. A raccontare il fatto, sia sui social sia alla nostra redazione, è il figlio Paolo, autotrasportatore 56enne: “Ho già scritto una lettera alla Procura, le mie sorelle hanno avvisato i carabinieri”, afferma l’uomo. I rischi sembrano esserci stati tutti, partendo da un’infezione. Ciò che sconcerta di più il figlio è la dimenticanza da parte del personale medico: “Papà l’hanno trattenuto sino al tardo pomeriggio, invitando le mie sorelle ad andarsene e senza nemmeno richiamarle quando l’hanno dimesso. Sono state loro, spinte da una giusta preoccupazione, a ritornare al Sirai dopo un po’ di ore”.
“Appena hanno visto le cannule infilate nel braccio hanno chiamato il 118, ma nessuno è arrivato per togliergliele perchè non sarebbe una loro responsabilità. Alla fine ci ha salvato un’amica, infermiera, che è arrivata a casa e, dopo essersi messa guanti e mascherine, gliele ha estratte in maniera corretta. Sono arrabbiatissimo, cose simili non devono e non possono capire. Non si è mai sentito che una persona venga dimessa e mandata a casa con gli aghi ancora nelle vene. Ho scritto una email alla Procura, le mie sorelle sono già state dai carabinieri”.












