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I saluti di fine anno scolastico si potranno fare “face to face”, accantonando, almeno per un giorno, le video chat che in questo ultimo periodo sono state l’unico strumento con cui alunni e insegnanti hanno potuto comunicare tra loro. Il Comitato Tecnico Scientifico ha chiarito che non è contrario agli incontri tra studenti e docenti per salutarsi per un ultimo giorno di “scuola”, purché siano all’aperto e nel pieno rispetto dei divieti di assembramento e delle regole di distanziamento e di protezione individuale. Una occasione per incontrarsi nuovamente dopo l’ultima campanella suonata il 5 marzo quando il governo ha deciso di sospendere, con effetto immediato, le lezioni a scuola. I banchi, da allora, sono rimasti vuoti e chissà quante insegnati avranno pensato “ora le vostre chiacchiere ci mancano tanto”.
“Sono contenta. E spero che iniziative del genere vengano organizzate, in piena sicurezza, anche oltre la data prevista per la fine delle lezioni, come si sta facendo in diversi comuni – spiega Anna Ascani, Vice Ministra Istruzione – è una piccola cosa, ma può servire agli studenti a chiudere più serenamente un anno che dal punto di vista delle relazioni è rimasto sospeso. Questo vale soprattutto per i bambini e i ragazzi che cambieranno scuola, compagni e insegnanti, passando dalla scuola dell’infanzia alla primaria, dalla quinta elementare alla prima media o dalla terza media al primo superiore. E per quelli che concluderanno il percorso scolastico con l’Esame di Stato”
.Concorda con la Vice Ministra Cristiano Meloni, pedagogista di Monserrato. “La più bella cosa della mia esperienza scolastica sono i ricordi. La maestra Zuddas della scuola elementare di Paluna, i miei compagni di scuola che hanno pianto il primo giorno di scuola perché volevano stare ancora con la mamma e il pianto dell’ultimo giorno di scuola perché non avrebbero più visto le maestre e alcuni compagni di scuola. Ricordo con piacere tutti i professori, la professoressa di matematica Marzo, professor Molinas, ma soprattutto ricordo le promesse tra i compagni di scuola che, nonostante avessimo preso indirizzi scolastici diversi, i rapporti sarebbero continuati. Uno dei miei più grandi pianti fu l’ultimo giorno di liceo quando, consapevole di essere “diventato grande”, non avrei più fatto parte del ‘circuito scuola’ e avrei perso la quotidianità iniziata a 5 anni. La scuola: i primi litigi, le prime competizioni, i primi amori, i primi baci, i primi schiaffi, le prime paure e le prime gioie. Vorrei chiedere all’amministrazione comunale di creare uno spazio, una qualsiasi cosa per poter permettere almeno alle ultime classi di grado ed istruzione di potersi salutare, di poter salutare e ringraziare i docenti, almeno per l’ultima volta, altrimenti sareste dei rubatori di sogni ed emozioni, che mai più i bambini e i ragazzini potranno rivivere”.