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Hanno ucciso la musica a Cagliari: nessuna area per concerti sia estivi che invernali. Truzzu ha tolto praticamente gli svaghi ai cagliaritani, nella città dei cantieri. Gira che ti rigira, la vera sconfitta sociale della giunta Truzzu e di Enrica Anedda Endrich (che è nella commissione Cultura, la stessa che alla guida di Francesca Ghirra in tandem con la Puggioni realizzò l’Arena Sant’Elia, dove si esibirono tanti cantanti famosi) ) è tutta qui: per la prima volta negli ultimi 50 anni Cagliari non ha un’area dove ospitare alcun cantante, e c’è chi rimpiange persino la povera arena di Sant’Elia. Sì, ci sarà lo show di Max Gazzè al teatro Massimo, poi quello di Elio, ma è proprio l’emblema del fallimento: tutti stipati in pochissimi posti. Negato da sempre il Lirico alla musica leggera, è scomparso anche lo spazio estivo all’aperto di un parco che si chiamerebbe Parco della Musica, ma che in realtà è frequentato solo dai nonni e dai loro nipotini. L’Arena Sant’Elia? Cancellata senza un’alternativa. E l’anfiteatro? Doveva essere rimesso in gran spolvero, magari non proprio come ai tempi di Sting e De Gregori. Ma intanto giace abbandonato. Le tante promesse elettorali si sono rivelate fumo: in attesa della possibilissima sfida elettorale tra Paolo Truzzu e Massimo Zedda, un derby tra visioni opposte della città, si assiste a un paradosso. Con la Fiera letteralmente trasformata in una cattedrale spettrale, usata solo per i vaccini e l’Oktoberfest, ma negata ai cantanti al contrario dei tempi d’oro delle feste dell’Unità. Allora suonavano un giorno si e un giorno o no artisti del calibro di Baglioni, Cocciante, Gianna Nannini, Lucio Dalla, Kid Creole, solo per citare alcuni esempi a caso. Era uno degli asset del capoluogo, ora anche Tiziano Ferra alla Forte Arena quest’estate ha dovuto ammetterlo: è durissima venire in Sardegna, non ci sono posti per suonare. Si punta sul nuovo stadio, con grandi appetiti edilizi, ma non sulla creazione di spazi per gli artisti. Gabriele Zappa vale più di Bruce Springsteen.
Ora, a Cagliari, non può venire a suonare nessun cantante che abbia un minimo di seguito. E’ impossibile immaginare un ritorno di Vasco. In tutti i tour autunnali e teatrali Cagliari non compare neanche a millenni di distanza. E’ clamorosa la figuraccia di Capodanno: Ligabue ad Alghero, Zucchero e Salmo a Olbia, chi segue la Cultura a Cagliari dorme e non è riuscito a portare nel capoluogo nessuno di questi big. Ma soprattutto tutti i tour estivi e autunnali dei grandi cantanti hanno escluso Cagliari come fosse una città culturale da terzo mondo, una vergogna che passerò alla storia, uno dei tanti autogol di un sindaco che non a caso è terzultimo nelk gradimento nazionale dei cittadini, dopo essersi raddoppiato lo stipendio. Cagliari sembra la città degli Spritz, ma hanno ucciso la musica. Rinunciando anche al turismo musicale, paradiso su cui avrebbe potuto puntare anche la Regione, che invece investe solo sugli eventi sportivi. Non si suona più. E la città è sempre più grigia, fra transenne e dossi e la “gioia e bellezza” con la quale il sindaco omaggia i cantieri che paralizzano la città. E’ davvero “finita la pacchia”.