Fa discutere la sentenza emessa dal tribunale di Venezia che ha assolto un 52enne reo di aver avuto rapporti intimi con una ragazzina di 15 anni.
La denuncia era stata effettuata dai genitori della giovane e stando a quanto emerso, la relazione fra i due- nata sui social- andava avanti da circa 9 mesi. Stando a quanto emerso e stabilito dalla Corte, i rapporti sono da considerarsi consensuali nonostante la ragazza fosse minorenne e i 37 anni di differenza con l’uomo. Secondo il pm la ragazzina avrebbe accettato dopo diverse insistenze ma la violenza denunciata dai genitori non è stata dimostrata.
“È una decisione che ci riporta indietro di trent’anni – afferma Maria Teresa Manente, responsabile dell’ufficio legale di Differenza Donna –: ancora una volta non si crede alla parola di una ragazza e si finisce per attribuirle una responsabilità, come se il suo comportamento potesse legittimare la condotta di un uomo adulto”.
Le fa eco la presidente Elisa Ercoli: “I casi raccontati dai media mostrano come spesso il primo contatto avvenga sui social o tramite sistemi di messaggistica istantanea. Il fatto che una ragazza giovanissima resti in una relazione non significa consenso a ciò che subisce. La mancata comprensione di queste dinamiche da parte delle istituzioni rappresenta una forma di violenza istituzionale, che interviene quando la violenza viene derubricata a conflitto o consenso”.










