Gli ospiti non previsti a un passo dal Forte Village: no al razzismo

La giusta accoglienza per i migranti, occasione per affrontare nella maniera giusta una vera emergenza umanitaria. Riflessioni nel giorno dello sbarco di Santa Margherita 


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di Maurizio Bistrusso

Sono arrivati in venti e hanno scelto la costa occidentale della Sardegna. Lo hanno fatto in modo diverso. La situazione climatica favorevole ha permesso loro di sbarcare in spiaggia come normali viaggiatori, davanti agli esterrefatti turisti,  in una calda mattina di giugno, davanti all’hotel Abamar e ad un centinaio di metri dal Forte Village a Santa Margherita di Pula. Ospiti non previsti che hanno sorpreso i turisti presenti in spiaggia e hanno fatto temere il peggio per questi disperati.  Probabilmente qualche nave, una volta raggiunta la costa, potrebbe averli scaricati all’interno di un barchino di legno verde,sicuramente  non adatto alle grandi traversate, per raggiungere la meta. Qualcuno ha dato l’allarme e l’intervento della Guardia di Finanza, poi dei Carabinieri  e della Capitaneria di porto  ha consentito di individuare una ventina di persone, tra cui alcune donne, e prestare i primi soccorsi. Una situazione che ha dimostrato una falla nei sistemi di controllo delle coste sarde e che potrebbe aprire la strada a nuovi arrivi nei prossimi giorni.

Ma cosa sta succedendo nel Mediterraneo? Come è possibile che si possa assistere passivamente a questa tratta dei nuovi schiavi? Perché queste persone sono costrette a fuggire dalle loro nazioni alla ricerca di una libertà difficile da conquistare ? Chi alimenta questi traffici? Sono domande a cui non è facile rispondere ma una cosa è certa: si tratta di un’emergenza umanitaria senza confini. I nuovi disperati arrivano principalmente dalla Siria, dall’Algeria, dalla Libia e da luoghi dove sopravvivere è diventato impossibile. E ogni possibilità per sfuggire alla miseria, alla fame e alla distruzione è un’occasione da non perdere. Intere famiglie fuggono da un destino che sembra segnato, vendono i loro beni e raccolgono anche tra i parenti, dai 1500 ai 3000 euro, per pagare un viaggio nei barconi gestiti da gente senza scrupoli, viaggi a volte senza ritorno per attraversare il mare e raggiungere la “salvezza” trattati come bestie e in condizioni disperate. Bambini, neonati, donne in attesa e giovani in fuga alla ricerca di una nuova vita e con la speranza di farcela. La situazione è disperata  e il mondo assiste ad una vera e propria ecatombe umanitaria. Tutti sanno che che chi cerca di fuggire, se scoperto, viene ucciso senza pietà e nelle modalità più atroci. Occorre agire prima che sia troppo tardi. Non è più possibile assistere passivamente alle cosiddette morti bianche. Ora tocca a noi sardi dimostrare senso di civiltà e di accoglienza senza falsi allarmi o rigurgiti di razzismo. 


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