Giorgino, ex carcere minorile “piantonato” e abbandonato a se stesso

Come per l’ex Marino al Poetto, altra struttura in mano alla Regione Sardegna, che paga un servizio di piantonamento e di custodia dell’immobile totalmente inutilizzato. Perchè non ridarlo in mano alla città e alle associazioni locali?


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I “tesoretti” della Regione Sardegna, come quello incastonato in viale Pula, in quel budello di strada senza uscita, regno di pescatori amatoriali e viandanti in cerca di sesso maschile tra le auto, (accanto all’ex Villa Aresu, ora totalmente blindata per tener lontani curiosi e amanti dell’adrenalina), si erge l’ex carcere minorile di Giorgino, abbandonato quanto basta in quel litorale semi-devastato di chi butta rifiuti di ogni genere e di chi si sofferma a sentire il rumore delle onde che s’infrangono sulla riva piena di alghe che avvolgono il litorale. Quella lingua di sabbia, la spiaggia dei cagliaritani di un tempo, di coloro i quali oggi rileggono queste righe e rievocano tanti cari ricordi delle famiglie “in” della Karalis modalità “cartolina turistica” anni ’60.

E come accade per l’ex Marino al Poetto, in bilico tra lungaggini burocratiche paradossali e incognite su reali destinazioni d’uso, anche qui a Giorgino, quell’edificio è controllato h. 24 dai custodi della “SicurItalia”. Servizio pagato da chi? Dai cittadini della Sardegna, come accade per l’ex ospedale Marino e altre decine di “Utenze” (così vengono chiamate nei capitolati d’appalto e nei contratti stipulati con le società di vigilanza armata e di portierati) sparse in città. Controllate, vigilate, piantonate ma totalmente inutilizzate. Ma per le quali paghiamo i servizi di vigilanza tali da prevenire furti, incursioni, occupazioni di famiglie rom e sbandati. E’ giusto però lasciarle chiuse ed inutilizzate?

SOLDI PUBBLICI. Già, perché se prima il servizio di piantonamento delle guardie giurate armate era affidato all’ex Cooperativa Vigilanza Sardegna, attualmente dietro quel portone di legno che viene aperto al cambio di guardia dei vigilantes, c’è una sorta di “archivio” di pratiche di altrettanti assessorati regionali. Poi vi è l’antica chiesetta, i “casermoni” dove dormivano gli ospiti di quel luogo di redenzione giudiziaria dei minori e chissà cos’altro. Tutto abbandonato, in attesa di future destinazioni e utilizzi. Da parte di chi? Non si sa bene, ma di fatto è una delle tante (troppe) strutture demaniali dismesse, da troppi anni lasciate nello stato di totale incuria e degrado: “Occorre restituire alla nostra città tutti i suoi innumerevoli tesori, oggi detenuti in stato di forte degrado dalla Regione Sardegna – avevano denunciato qualche anno fa l’attuale consigliere comunale Paolo Casu insieme all’attuale senatore, Luciano Uras – da anni, la spiaggia urbana di Giorgino, a due passi dalla laguna di Santa Gilla, è lasciata nel più totale stato di degrado e di incuria, pur rappresentando, con i suoi immobili e con le sue bellezze ambientali una vera risorsa economica, per il rilancio della nostra debole e sofferente economia”. Strutture chiuse e inspiegabilmente inutilizzate, che di fatto dovrebbero essere consegnate e addirittura utilizzate dalla Città di Cagliari e messe a disposizione dell’economia e dello sviluppo della nostra città e dei nostri giovani. Ma siamo ancora troppo lontani dal mettere in pratica nozioni e ragionevoi posizioni a beneficio della comunità.


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