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I conti, da brava imprenditrice, li fa in pochi minuti, e tutti a memoria: “2250 euro di affitto per il locale e 1900 per l’assicurazione dell’auto da rinnovare ai primi di maggio”. Più le altre varie spese, in primis le bollette. Giorgià Dessì, da quattordici anni, fa la barista e da due gestisce un bar tutto suo a Quartu, in via Marconi: “È chiuso dall’undici marzo, ovviamente. Ma l’affitto devo continuare a pagarlo, 2250 euro tondi tondi al mese, come farò? Dovrò restare chiusa anche tutto aprile, e non c’è nessun certezza per maggio”. I suoi dipendenti? “Tre, due messi in cassa integrazione e una alla quale non ho potuto rinnovare il contratto in scadenza a fine marzo, spero di poterla riprendere ad emergenza finita”, afferma la Dessì. Che boccia, senza possibilità alcuna di appello, il prestito previsto dal Governo Conte: “Ho fatto i conti con il mio commercialista, al massimo potrei chiedere 11mila euro: se lo farò, poi, cercherò di fare di tutto per non restituirlo”. Un’ipotesi più che azzardata, giusto dirlo, e forse sono parole dettate dalla disperazione: “Quei soldi mi basterebbero appena per appianare alcune spese”.
“Perchè non hanno previsto una sospensione totale dell’affitto o l’erogazione di bonus a chi è proprietario delle mura? Non hanno nemmeno eliminato gli F24, sono solo sospesi, non ha senso”, sostiene la Dessì. “Non accetto il fatto di dovermi indebitare ora, col mio locale chiuso, dopo essere riuscita a rientrare nelle spese, arrivando sempre onestamente a fine mese, per tanti anni”.