Gassificatore a Cagliari, il consiglio comunale verso il no: “Una torcia enorme inquinerebbe l’aria di tutta la città”. Il dibattito in aula slitta ancora di una settimana, il consigliere Marcello Corrias avverte: “Gravi rischi per la salute, ci sarebbero troppe industrie attorno a Cagliari e anche il prezzo delle case scenderebbe vertiginosamente”. Se il progetto venisse bocciato sia da Cagliari che dalla Regione, potrebbe essere spostato da Giorgino. Martedì in commissione saranno ricevuti gli abitanti del Villaggio Pescatori, che vedrebbero sorgere il mega impianto a soli 400 metri di distanza. In Comune sono stato ricevuti anche i rappresentanti della ditta che ha presentato il progetto, e che hanno assicurato “zero emissioni”. “In realtà non è proprio così. prosegue il consigliere Marcello Corrias- e non solo perchè in caso di necessità si accenderebbe una grande torcia, magari in concomitanza con quelle della Saras. Non solo perchè verrebbe totalmente compromessa l’attività del portocanale e il futuro dei lavoratori e delle imprese. Non solo perchè col passaggio contemporaneo tra navi da crociera e gasiere si rischierebbero gravi incidenti come quello che accadde alla Moby Prince. L’impianto è enorme, a due passi dallo stagno di Santa Gilla tutelato da tutte le norme ambientali europee. In cambio, casomai, dovrebbe essere data l’energia gratis a tutti i sardi”. Ma verso no va anche il centrosinistra che in consiglio comunale con Zedda è in maggioranza. Lo ha anticipato nei giorni scorsi la deputata Francesca Ghirra nell’intervista esclusiva a Casteddu Online: “Il problema principale è il posizionamento”, ha spiegato, evidenziando che le soluzioni adottate per Porto Torres e Porto Vesme prevedono l’approdo delle metaniere, ma a Giorgino la situazione è diversa. La vicinanza con l’abitato e l’assenza di garanzie sulla sicurezza potrebbero generare problemi anche per le aziende operanti nel porto, come la Grendi, che ha avuto un ruolo chiave durante la crisi economica. Inoltre, secondo Ghirra, la scelta di Giorgino rischia di compromettere ogni possibilità di rilancio del Porto Canale. “È una follia aver individuato quel punto, considerando che il CACIP dispone di vaste aree industriali inutilizzate, più adatte a un impianto di questo tipo”, ha concluso. Intanto, la mobilitazione contro il progetto continua, e la pressione sulla Regione per un intervento deciso è sempre più forte.












