Furti, strade spaccate e tetti ammuffiti: caos e disagi al cimitero di San Michele

Razzia di fiori e vasi in bronzo e argento, buche e asfalto frantumato, pezzi di intonaco che crollano e transenne. Il camposanto preso d’assalto da migliaia di cagliaritani somiglia a un cantiere: “Vogliamo telecamere di sicurezza e più operai”. Voi ci siete già stati?


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Il “classico” arrembaggio del trenta ottobre – San Saturnino, occasione unica per evitare il maxi assalto dell’1 e 2 novembre – c’è stato. Sin dalle prime ore della mattina migliaia di cagliaritani e sardi, fiori tra le mani, hanno visitato le tombe nelle quali riposano i propri cari. Ma le difficoltà e i disagi ci sono, e sono numerosi: il cimitero di San Michele non gode di ottima salute, alle voci “sicurezza” e “manutenzione”. I ladri di fiori sono diventati più esigenti, e rubano anche i vasi di bronzo e addirittura argento. E, se decine di lettori di Cagliari Online giurano di voler scrivere un reclamo al Comune dopo essersi presi una storta a causa di alcune stradine interne che somigliano a un campo di battaglia, c’è il rischio che il pericolo piova dall’alto: alcuni tetti-terrazzi, infatti, sono totalmente ammuffiti, e i calcinacci spaccati in terra abbondano soprattutto nell’area destra del camposanto. Fuori, i venditori di fiori fanno affari ma lamentano un calo vertiginoso, mentre nella vicina via Abruzzi c’è il trionfo dei parcheggiatori abusivi, “2 euro e lasci la macchina quanto vuoi”.
“Hanno rubato i vasi che avevo posizionato sulle tombe di mamma e papà, erano entrambi di bronzo. Un sacrilegio”, afferma Luciano Giannetti, “ho fatto presente tutto alla direzione del cimitero, hanno detto non possono far nulla. Le telecamere? Sarebbero utilissime”. Francesca, 79enne si Sorgono, ha lasciato qualche mazzo e un vaso di fiori davanti al loculo del marito: “Ho legato il vaso con una cordicella e dello scotch, per evitare che lo sposti il vento. Sì, ho saputo dei furti di fiori”, racconta. Paolo Scano, disabile di 82 anni, maledice la tanta strada da fare per raggiungere le tombe dei suoi parenti passati a migliori vita: “Il Comune ha vietato l’ingresso con l’auto, proprio in questi giorni. Il pulmino interno non porta ovunque, nelle mie condizioni camminare è una dolorosa impresa”. Lucida per bene la foto di suo fratello Angelo, tumulato a San Michele, Luciano Damiazzi, ex dipendente comunale di 67 anni: “Il tetto-terrazzo sopra la bara di mio fratello è ammuffito, si notano benissimo le infiltrazioni d’acqua. Non so ogni quanto riparino, ma è da tempo che la situazione è così, ed è un pericolo”.


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