È una comunità devastata dal dolore e incredula quella di Capaci, a Palermo, dove è cresciuta la pallavolista Simona Cinà, morta durante una festa di laurea a Bagheria. Amici, familiari e la sua squadra con le magliette con sopra il suo numero, il 24, e il suo nome. La madre della 21enne con la foto della figlia stretta fra le mani attorniata dall’affetto del marito e degli altri due figli. Capaci saluta Simona, la sua Simona, quella che hanno visto crescere e diventare una giovane donna piena di sogni, talento e progetti.
“Ai piedi della croce anche Maria ha vissuto il dolore della morte del figlio. Ma cari mamma e papà, fratello e sorella di Simona, il vostro dolore è grandissimo perché non avete una ragione di quello che è successo. E poi perché è innaturale che i genitori piangano la morte dei propri figli”, le parole don Giuseppe Salamone, nella chiesa madre di Capaci.
Il sacerdote ha poi riservato parole di affetto alla famiglia ma piene di interrogativi. “E’ difficile trovare conforto. Il tempo aiuta a lenire il dolore. Poi c’è il conforto che arriva dai suoi amici, dai conoscenti e dalla parola di Dio. Davanti allo stile di vita di Simona tutte le ipotesi reggono poco. Dobbiamo e vogliamo capire cosa è accaduto. E’ un momento difficile per tutti e attendiamo di capire cosa sia successo a Simona in quei cinquanta minuti. Vogliamo saperlo“.
Foto del nostro partner QN












