Fuggiti dalla dittatura in Eritrea, la nuova vita a Cagliari di Nahom e Tiegisti: “Qui potranno studiare e integrarsi con tutti”

Hanno fatto tanti chilometri per sperare in un’esistenza migliore, e l’hanno trovata. Ecco i due giovani che potranno specializzarsi all’Università grazie all’accoglienza della Caritas: “Termineranno gli studi il prima possibile, speriamo si possano sentire a casa nella nostra città”. I due africani vivranno nel college di Sant’Efisio


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Sono fuggiti dalla dittatura dell’Eritrea, loro paese natale e, passati per l’Etiopia, sono riusciti poi ad arrivare a Cagliari grazie ai corridoi universitari per rifugiati. Nahom e Tiegisti sono i due giovani che, a brevissimo, inizieranno il master in Ingegneria informatica e cybersecurity e la laurea magistrale in Ingegneria chimica e dei processi biotecnologici. Oggi l’accoglienza davvero speciale da parte della Caritas, del college universitario Sant’Efisio e dell’Università. “La grande sfida di oggi”, ha detto l’arcivescovo di Cagliari, Giuseppe Baturi, “è quella che l’accoglienza possa avvenire tramite la cultura: scommettendo su quest’ultima scommettiamo sul loro futuro personale, su quello del loro paese e allo stesso tempo sul nostro futuro. È l’approccio che ci consente di immaginare un destino comune: non solo tendere la mano a chi arriva ma anche garantire accompagnamento e integrazione in un incontro e scambio di progettualità in cui ci si riconosce portatori di un bene da condividere”. I due giovani si aggiungono agli altri due studenti eritrei – Desalle e Gebremichael- che stanno completando i loro percorsi di studio grazie alla collaborazione con l’Università di Cagliari e al sostegno della Fondazione di Sardegna.  L’iniziativa si inserisce nell’impegno della Chiesa cagliaritana sul versante della mobilità umana, dell’accoglienza e dell’integrazione: “Grazie al progetto”, osserva il direttore della Caritas diocesana don Marco Lai, “accompagniamo questi giovani affinché non solo possano completare il loro percorso di studio il prima possibile, ma anche perché possano sentirsi a casa propria e vivere davvero la dimensione comunitaria della nostra città e della nostra Chiesa”.
Un progetto in cui la stessa Università cagliaritana è impegnata in prima linea e crede molto – come sottolineato da Alessandra Carucci, pro- rettore delegato per l’internazionalizzazione presso l’università di Cagliari-, iniziativa su cui investire perché dà la possibilità a ragazzi meritevoli, che hanno la capacita e la volontà, di proseguire il loro di percorso studi, crescere e costruirsi un futuro diverso. Ruolo importante nel progetto, anche quello svolto dal College Sant’Efisio – come ricordato dal direttore don Emanuele Meconcelli – in una dimensione, grazie alla sinergia tra stesso College e la Caritas – di Chiesa estroversa, capace di farsi conoscere e di valorizzare l’opportunità di crescita e arricchimento umano reciproco che deriva dall’incontro di questi giovani rifugiati cn gli altri loro coetanei.  L’iniziativa, a livello nazionale, quest’anno coinvolge 45 studenti rifugiati in 24 università italiane. Caritas Italiana – come ricordato da Daniele Albanese, referente Unicore della stessa Caritas nazionale- sostiene questo progetto garantendo la parte internazionale, i viaggi, l’accompagnamento per la documentazione e poi sostenendo le Caritas diocesane e le Università nel grande lavoro di accoglienza e integrazione”.


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