Ztl senza regole, ogni sera decine di automobili parcheggiate nelle viuzze del quartiere storico. Tra crisi e disagi c’è chi alza bandiera bianca. “Il rione è abbandonato, l’ospedale chiuso è la mazzata definitiva”
Impossibile trovare un parcheggio libero in una qualunque via di Stampace. Di mattina. Figurarsi la sera. Nel rione diventato un parcheggio per chi arriva da altre zone della città, si registrano addii da parte di personaggi che ne hanno fatto la storia. Chi rimane, prova a sopravvivere in quel dedalo di viuzze “casa” di quel Sant’Efisio “che potrebbe fare un miracolo per il rione”, dice, sottovoce, qualcuno. Le attività commerciali sono poche, alcune faticano a tenere il passo con il presente. I giovani sono una sparuta minoranza, e la chiusura dei reparti del San Giovanni di Dio, a detta di negozianti e residenti, rischia di rappresenta la mazzata finale.
Vittorio D’Angelo, storico sarto e numero uno della Gioc, sta per lasciare lo storico negozio di via Azuni. “Non c’è un ricambio generazionale, a 80 anni è giusto riposarsi. Il rione? Abbandonato e dimenticato dal Comune. Altro abbandono clamoroso, dopo mezzo secolo, è quello di Assunta Lobina, negozio di alimentari in via Portoscalas.
“Gli affari non vanno più bene, i centri commerciali sono una piaga. La mia attività non verrà portata avanti da nessuno”. Stefania Lai, edicolante in via Santa Margherita: “La chiusura dell’ospedale aumenta la crisi, c’è meno passaggio. Con la Ztl senza regole, poi, qui è diventato un maxi parcheggio, il Comune si è dimenticato di noi”. Lello Lai è nato e lavora a Stampace, ha un mini market: “Chiusure degli ospedali, nel rione ci sono tanti bed and breakfast e i residenti storici non ci sono più. Si pensa solo a via Roma e le vie dello shopping, non siamo calcolati a dovere. Stampace? È moribonda”.










