Francesca Deidda è stata uccisa sul divano della casa di San Sperate dove viveva col marito Igor Sollai. Il cadavere è stato poi caricato nella Toyota Yaris che lei stessa usava per andare al lavoro, sul sedile posteriore, e portato nelle campagne dove è stato trovato, lungo l’ex Orientale sarda. Sia l’auto che il divano sono poi stati messi in vendita da Sollai, ma mentre per l’auto ha trovato un acquirente, a cui ha raccomandato di sgrassare bene il sedile posteriore, dove poi sono state trovate le tracce di sangue, il divano è rimasto al suo posto. E ieri, sottoposto alle certosine analisi dei Ris con il luminol, ha rivelato la presenza di importanti tracce di sangue: praticamente solo una formalità l’analisi del dna per accertare che si tratti del sangue di Francesca.
Sulla dinamica gli inquirenti non hanno più dubbi. Resta ora da chiarire, mentre si aggrava la posizione del camionista 43enne in carcere a Uta, come e quando Francesca sia stata uccisa. Dubbi che saranno chiariti con l’autopsia, fissata per lunedì 29 luglio. Da quanto emerso finora, la 42enne sarebbe stata uccisa il giorno stesso della scomparsa, il 10 maggio, con numerosi colpi alla testa. Una vicenda che si va chiarendo col passare dei giorni e che riporta sempre più a Igor Sollai, che al momento è l’unico sospettato per il delitto.
I resti di Francesca, ritrovati il 18 luglio grazie al fiuto di un cane molecolare, erano chiusi in un borsone scuro da calcio e abbandonati sotto un albero nelle campagne fra San Priamo e Sinnai, ricoperti di terra e rovi.










