No alla chiusura degli istituti di Iglesias e Macomer, alla trasformazione della scuola della polizia penitenziaria di Monastir in centro di accoglienza per immigrati e all’eventuale riapertura di un carcere di massima sicurezza all’Asinara: “scelte sciagurate e incoscienti” per la Fns-Cisl sarda, che scrive al provveditore dell’amministrazione penitenziaria Gianfranco De Gesu e al vicario Silvio Di Gregorio per chiedere un incontro urgente sulle ipotesi di riorganizzazione del sistema penitenziario della Sardegna che finora il sindacato ha appreso solo da stampa e social network.
“Vogliamo avere notizie certe”, sollecita il segretario generale aggiunto regionale Giovanni Villa, anche in riferimento all’inaugurazione del nuovo penitenziario di Uta, ipotizzata per novembre, dove dovrebbero essere trasferito i detenuti del carcere di Buoncammino di Cagliari. “Vogliamo sapere dove i colleghi faranno formazione e aggiornamento, visto che si vuole chiudere l’unica scuola della polizia penitenziaria della regione, cosi’ come vogliamo capire quanto ci sia di vero sulla riapertura del carcere dell’Asinara”, afferma Villa.
“Solo chi non conosce la realta’ puo’ proporre cose del genere. Ci rammarica l’assenza della politica e dei politici in generale. Dov’e’ finito l’incontro con il ministro Orlando previsto per settembre? Cos’ha fatto e cosa sta facendo Pigliaru per noi e per la Sardegna e i suoi territori? La chiusura di due istituti penitenziari e della scuola di polizia penitenziaria”, avverte il segretario regionale della Federazione nazionale sicurezza della Cisl, “significa ulteriori perdite di posti di lavoro che, immancabilmente, si riversano negativamente su tutto l’indotto, quindi sui sardi”. Nella richiesta d’incontro a De Gesu, Villa chiede “rispetto” per i lavoratori “e non continue prese in giro, da chiunque esse arrivino”.











