L’obiettivo era promuovere le eccellenze agroalimentari della Sardegna e le inarrivabili bellezze dell’isola, ma secondo i giudici della Corte dei Conti fu un danno economico per la regione oltre che un grande flop negli ascolti. Parliamo di “Sweet Island”, antesignano del più fortunato Temptation, otto coppie in navigazione su un galeone per due mesi attorno all’Isola, riprese costantemente dalle telecamere per poi finire in onda su La5, canale Mediaset.
La Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti della Sardegna ha condannato l’allora direttore dell’Agenzia “Sardegna Promozione”, Mariano Mariani, a pagare quasi un milione di euro, esattamente 915.346 euro, alla Regione e ha dichiarato il difetto di giurisdizione nei confronti di Corrado Camilla e della Showlab srl, società che ha realizzato il reality show finanziato dall’Agenzia regionale con un milione e 73 mila euro. Mariani all’epoca, era il 2013, firmò l’accordo con la società torinese, ecco perché è stato chiamato in causa dal nuovo procuratore regionale della Corte dei Conti Bruno Tridico, secondo cui quel contratto era da ritenersi nullo, poiché per assegnarlo sarebbe servita una gara ad evidenza pubblica. Fra le polemiche seguite al flop del reality, venne anche nominato un commissario che avrebbe dovuto stoppare il pagamento della somma dovuta dalla Regione alla società torinese. Da qui una serie di ricorsi al Tar Sardegna, al Consiglio di Stato e al Tribunale di Torino che hanno poi costretto la Regione a pagare. Nella sentenza che condanna Mariani i giudici erariali hanno ravvisato la colpa grave ma non il dolo chiesto dalla procura.












