Flash mob a Sant’Avendrace: “Quartiere sventrato e dimenticato”-VIDEO

Il flash mob dei Verdi con Enrico Lobina: “Vi spieghiamo come Sant’Avendrace viene abbandonato nel più totale degrado”, Guardate il VIDEO di Sergio Atzeni


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Flash mob dei Verdi in viale Sant’Avendrace, di fronte alla recinzione dell’ex cantiere Cocco,il cui terreno è ora di proprietà della Regione Sardegna. L’iniziativa del partito ambientalista, che fa parte della coalizione Cagliari Città Capitale con il   candidato sindaco Enrico Lobina,  ha voluto richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul grave degrado in cui versa il rione di Sant’Avendrace che, secondo i verdi, per  la sua storia  a pieno titolo dovrebbe essere riconosciuto come   centro storico di Cagliari. 

Il flash Mob si è svolto davanti  alla recinzione in lamiera del terreno in cui l’impresa Cocco stava per costruire un palazzo che avrebbe deturpato e nascosto in parte  la necropoli di Tuvixeddu e occultati due importanti ipogei. Per questo quel terreno fu acquistato con denaro pubblico ed  è rimasto ormai da   tanti anni abbandonato e in degrado progressivo.  Ora dei senzatetto hanno occupato due ipogei dentro quel terreno il cui unico ingresso ricavato nella recinzione in lamiera è stato bloccato con un lucchetto.  I Verdi hanno parlato anche della valorizzazione dell’area della laguna di Santa Gilla e della città giudicale di Santa Igia e di Tuvixeddu-Tuvumannu, il cui parco è ben lontano dal rispetto dei minimi standard di accessibilità, fruizione e qualità degli inesistenti servizi resi. “Sant’Avendrace è stata sventrata, modificata e castrata dal punto di vista urbanistico negli ultimi 30  anni.” Ha detto Enrico Lobina  “Sant’Avendrace è centro storico di Cagliari   e la mia coalizione,  “Cagliari  città  Capitale”,  con un progetto organico  che coinvolge Tuvixeddu Sant’Avendrace, il  cantiere Cocco e fino  a Santa Gilla,  vuole riqualificare per offrire possibilità dal punto di vista turistico e portare anche lavoro per  gli abitanti.”

Guardate il video  con alcune fasi della manifestazione con le dichiarazioni di Enrico Lobina e Roberto Copparoni. 


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