Nonno Gelo (il Babbo Natale slavo) insieme alla nipote Nevina fanno il loro ingresso per ultimi, donando tanti regali ai bambini presenti nel teatro della parrocchia di Sant’Eulalia. Così è la tradizione nei paesi slavi: i doni, infatti, vengono portati da Nonno Gelo la notte di Capodanno. Accanto a loro c’è anche quel Babbo Natale “tipico” dell’Italia e della Sardegna, e allora la festa è doppia.
Una festa, quindi, all’insegna dell’integrazione: quasi tutti gli artisti presenti sul palco sono infatti “di casa”, a Cagliari, almeno da due generazioni. Tra le poltroncine, tante le badanti presenti: e, tra una canzone in lingua russa e qualche poesia letta in ucraino, per loro è come sentirsi a casa.
Ma la loro casa, già da tanti anni, è Cagliari. Giuseppe Carboni, console onorario bielorusso in Sardegna, dopo aver svestito i panni di Nonno Gelo, lo ricorda ancora una volta: “Un evento simile, con questa grande partecipazione di pubblico, solidifica ancora di più il legame tra chi è arrivato in città dall’Est Europa e i cagliaritani. Tra i tanti che si sono esibiti sul palco, molti vivono qui”. L’evento è inserito nel progetto “Noi-Insieme” dell’associazione Cittadini del Mondo, possibile grazie alla Legge regionale 46/90. Prossimo evento, il 7 gennaio dalle 15:30, c’è il Natale ortodosso e di rito orientale: in agenda un gran concerto al teatro del piccolo Auditorium comunale di piazza Dettori.











